Regia di Peter Docter, Bob Peterson vedi scheda film
Lo sguardo fluttua nello schermo e capovolge l’effetto 3D, il corpo dello spettatore è proiettato in un mondo senza forza di gravità. Instabilità e vertigine. Up, su nel cielo a bordo della casetta appesa a migliaia di palloncini del vecchio misantropo Carl Fredicksen (una specie di Spencer Tracy), sfuggito appena in tempo all’ospizio coatto, in volo nell’aldilà del cartoon Pixar. Primo film d’animazione a inaugurare il Festival di Cannes (2009), Up è un’immersione totale nel wonderland disneyano, dove sono nati artisticamente John Lasseter, direttore creativo Pixar/Disney e il regista Pete Docter (Monsters & Co). Tributo al grande cinema (Dumbo, Il giro del mondo in 80 giorni, King Kong, I tre caballeros, Il castello errante di Howl...) e ai pionieri del cartone animato, Up si apre con un flashback in bianco e nero, un newsreel anni 30, protagonista il giovane Carl che sogna insieme all’amata Ellie un futuro da esploratore, un viaggio alla scoperta di Paradise Falls, tra Brasile, Venezuela e Guyana dove si nasconde il “mostro”, un uccello alto cinque metri. Ma il tempo passa e niente risparmi se manca l’assistenza sanitaria, niente avventura, così Carl si ritrova solo - Ellie è morta - amareggiato per la mancata promessa e assediato da uomini in nero, pronti a edificare new town al posto del piccolo edificio in legno. E se Up vanta molte citazioni cinematografiche, ecco spuntare tra i fotogrammi il vecchio burbero e il bambino asiatico di Gran Torino di Clint Eastwood. Carl, l’ex venditore di palloncini e Russell, lo scout dagli occhi a mandorla, molesto “assistente di anziani”, partiranno insieme tra le nuvole alla volta di Paradise Falls. La casa decolla e via verso l’avventura, verso Kevin, il grande uccello e il paradiso esotico minacciato dallo scienziato nazistoide Charles Muntz (ricalcato su Errol Flynn) con la sua muta di rottweiler parlanti e il cupo Zeppelin pronto alla battaglia aerea contro la strana coppia sospesa tra le nuvole. Uno spazio filosofico quello aperto da Up, un campo di memorie visive e di esperienze multisensorali che anche senza gli occhiali del 3D (in Italia non tutte le sale sono attrezzate) ci spediscono nella terza dimensione.
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