Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Dopo la buona accoglienza ottenuta per La ricerca della felicità, Gabriele Muccino prosegue l’esperienza americana con questo film drammatico, usufruendo ancora della recitazione asettica di Will Smith. La trama confusa fino al finale, non palesemente esplicato ma piuttosto intuito, ha inizialmente le fattezze di un buon film che però si risolve, attraverso uno svolgimento lento e confuso, vittima anche di attori non di spessore, in un nulla di fatto. Spiacente ma per quanto Muccino si sforzi a voler fare il regista in 'stile americano', non ha le dovute capacità ne la necessaria esperienza affinché le sue intenzioni possano compiersi, almeno non nel migliore dei modi. Fotografia statica, colonna sonora non memorabile, trama lenta e recitazione al limite dell’accettazione. La visione di cinema che ha Muccino, di certo non corrisponde ai canoni a stelle e strisce, che si collocano a diversi scalini più in alto rispetto a quelle che sono le capacità dell’italiano, che troverebbe la giusta collocazione, a mio avviso, alla regia di fiction nostrane non troppo impegnative e dal contenuto spessore di sceneggiatura. Concludendo, la trama è da ampliare ed esplicare più nel dettaglio, utilizzando attori più dotati, avrebbe reso il compito meno arduo e il film sicuramente più piacevolmente compiuto.
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