Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
C'è da dire che il 'fuggitivo' Muccino ha ben assorbito la cultura del luogo: questo Sette anime è talmente banale e preda di facilissimi stereotipi sentimentaleschi da poter essere scambiato per un dozzinale lavoro di bassa manovalanza hollywoodiana senza grossa difficoltà. Smith, che ha dato prova di meritare ben di meglio (probabilmente anche a livello di cachet) si intestardisce a voler lavorare con un regista già poco quotato nella sua patria - che per giunta è una delle terre meno cinematograficamente fertili dell''ultimo trentennio - e questo non è facilmente comprensibile. Il (disgraziatamente) nostro Muccino realizza così un prodotto mediamente accettabile, che non sfigura di fronte a tanti polpettoni simili propinatici a raffica nella Blockbuster era, pregno di cattolicissimi buoni sentimenti (e altrettanto sensi di colpa) che associa alla buona confezione una scarsità di idee ed una limitatezza di visione agghiaccianti. Se un alieno sbarcasse sulla Terra e vedesse questo film come presentazione del pianeta, crederebbe che gli umani siano una razza di tontoloni buoni per inerzia ed inguaribili romanticoni, tutti innamorati perdutamente del proprio prossimo. Dio sa che la realtà è un po' diversa, ma fortunatamente non esistono nè lui, nè gli alieni, nè un personaggio stupidamente monodimensionale come quello di Ben/Tim Thomas.
Un esattore del fisco va in giro ad interessarsi personalmente dei problemi nelle vite dei contribuenti, cercando di aiutarli in ogni modo. Perchè? Perchè in realtà la sua falsa identità nasconde un uomo che ha commesso un grave errore nel passato e ora cerca di espiare le proprie colpe migliorando le vite altrui.
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