Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Per il suo secondo progetto in USA, dopo l'accoglienza entusiastica avuta per "La ricerca della felicità", Gabriele Muccino torna a dirigere Will Smith in una storia ancora più drammatica: se nel film citato la conclusione era del tutto positiva, pur al prezzo di diverse umiliazioni e sofferenze, ma si rimaneva in un ambito di condizioni di vita, di situazioni economicamente a terra, di difficoltà a tirare avanti, qui il regista romano allunga il passo e parla di Vita e di Morte, di scelte esistenzial-morali, di una storia d'amore che va veramente oltre i canoni dell'esistenza. "Sette anime" è un film che può scatenare reazioni inviperite, soprattutto tra i recensori:è vero che è programmaticamente deciso ad assaltare le sacche lacrimogene degli spettatori, è altrettanto concreto che molto del racconto si riesca a prevederlo dopo pochi minuti di film, ed è indubbio che ci sia molta ambizione dietro questo film, e non sia facile sostenerla. Però se da un punto di vista artistico si annoterà che Smith, chiamato ad una prova molto dura, non sempre regge bene il ruolo e spesso eccede, mentre molto meglio figura la bellissima Rosario Dawson, più equilibrata in una parte che ha un pò troppa costruzione per parere reale, e che appunto il film sarà una macchina da altissimi incassi anche per l'impatto emotivo sul pubblico, una lettura morale inietta nelle nostre menti la constatazione che un atto di bontà estrema, portata ad un livello paradossale, forse è ancora possibile, e che la pellicola si conclude comunque con un segno di speranza nel futuro. Tutto vero, ma si toccano temi molto delicati, anche troppo: il sospetto di un'astuzia mercantile c'è,anche a prezzo delle lacrime del pubblico,che puntualmente risponde.
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