Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Devo dire che l'idea era buona. La regia di Muccino alla fine, e la costruzione della trama, convulsamente e piacevolmente americane. Eppure le lentezze, l'overdose di primi piani, il contorcersi su se stessa della maggior parte del film, l'irrealizzabilità di una alternativa valida al piano umanitario e diabolico ordito fino ad allora, alcune strepitose leggerezze di sceneggiatura e melassosi ritorni di fiamma (spero inconsci) al Muccino che fu, ne relegano la statura ad un film di medio, se non piccolo, cabotaggio, con ambizioni soffocate sul nascere. Will Smith piace e si compiace come al solito e la Dawson ci mette fascino, ma non coinvolge più di tanto. Harrelson è un mostro di bravura e gli bastano due sequenze per bersi tutti. Fastidiosissimo, infine, il riutilizzo di un mitico brano della colonna sonora della Leggenda del pianista sull'oceano di morriconiana memoria, che proprio in quel film acquisisce ben altra dimensione.
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