Regia di Glenn Ficarra, John Requa vedi scheda film
Discreto l' esordio alla regia degli sceneggiatori del geniale "Babbo bastardo". Ispirato ad avvenimenti e personaggi realmente esistiti, il film di Requa e Ficarra narra in modo non lineare le eccentriche gesta di Steven Russel, mago della truffa con un talento particolare per le evasioni che, una volta ammesso ed accettato il fatto di essere omosessuale, cambia radicalmente stile di vita deciso come non mai a perseguire con ogni mezzo solo ed esclusivamente la propria felicità. Poco importa se questo lo porterà dentro e fuori dal carcere anche perchè sarà proprio in fase di detenzione che incontrerà l' amore della vita nella persona del fragile Phillip Morris citato nel titolo originale. Una commedia dai colori sgargianti, accompagnata da jingle caraibici che tocca però argomenti tutt'altro che frivoli come amore e morte ma non senza una buona dose d'ironia e disincanto garantita dalla smisurata prova di Jim Carrey. Efficaci sia le ambientazioni che i costumi, ineccepibile il montaggio che assembla le peripezie del protagonista saltando avanti ed indietro nel tempo ma senza fare confusione alcuna. Bene anche McGregor nonostante il suo Phillip Morris, unitamente ad uno script forse troppo indeciso sul registro da tenere (romantico, drammatico, comico), sia l' anello debole della catena. Imperfetto ma godibile, da vedere soprattutto per il gran lavoro di Carrey che qui va ben oltre la semplice recitazione diventando cuore ed anima dell' intera pellicola.
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