Regia di Glenn Ficarra, John Requa vedi scheda film
L'ennesimo film che racconta la storia di un gay; attenzione!, non la storia di un uomo gay, di un americano gay, di un impiegato gay, di un quarantenne gay: ma proprio di 'un gay'. Nel 2009 queste cose dovrebbero esistere solo nei film dei Farrelly o in South Park, insomma si spera che siano stratagemmi politicamente scorretti utilizzati con valenza sarcastica per invitare il pubblico a riconsiderare le quotidiane discriminazioni intrinseche, fisiologiche della nostra società. E invece no: questo Colpo di fulmine (ancora una volta un trionfo di originalità per i traduttori italiani: il titolo originale era I love you, Phillip Morris) sembra una storia dei 'fratellacci' Farrelly, ma girata come se fosse un film serio: ed effettivamente le pretese di serietà ci sarebbero tutte, perchè le vicende del protagonista sono ispirate a quelle realmente accadute all'omonimo Steven Russell a cavallo degli anni '90. Il punto è che qui Requa e Ficarra (anche sceneggiatori) schiacciano a tavoletta il pedale della spettacolarità all'americana, concedendo più alla scena ed alla battuta ad effetto che alla psicologia, alla riflessione, al valore umano delle faccende raccontate. Una trama da commedia, un film drammatico costellato da una serie di gag totalmente fuori luogo: dove volevano mai arrivare i due autori? Nei dettagli: la famiglia bigotta di Steven occupa i primi dieci minuti di pellicola, poi praticamente sparisce; un minimo di impegno in più nel denunciare l'ipocrisia cristiana della ex moglie non avrebbe guastato. Così pare solamente una sequela di gag indipendenti dal resto della storia: e invece il cambiamento del protagonista deve moltissimo a questa precaria situazione iniziale. O ancora: la svolta gay di Steven, e qui si chiude il discorso riallacciandoci all'incipit, che per mantenere la vita 'da gay' deve per forza diventare delinquente. Davvero queste sarebbero state la parole utilizzate dallo Steven del mondo reale per descrivere una scelta tanto profonda, ponderosa e drastica? Essere gay è solamente essere superficiali e spendere senza pensare ad altro che a godere? Oh, no, questo è essere UN gay, roba da chiacchiere da bar che non andrebbe presa tanto seriamente. Insulse americanaggini che rovinano un film potenzialmente interessante, intellligente, non scontato. 4,5/10.
Scampato miracolosamente ad un incidente stradale, Steven decide di vivere la propria vita come avrebbe sempre voluto: lascia moglie e figlio, si dà ai party gay e scialacqua a più non posso. Per mantenere lo stile di vita faraonico si dà alle truffe; finisce più volte in carcere, dove conosce e si innamora ricambiato di Phillip. Steven evade e si spaccia per avvocato, per tirare fuori di galera anche il compagno, ma viene scoperto.
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