Regia di Glenn Ficarra, John Requa vedi scheda film
La realtà supera sempre la più fervida delle immaginazioni e la storia(vera) di Steven Russell ne è la palese testimonianza.Prima di parlare del film vorrei ancora una volta stigmatizzare il talento tutto italiota dei distributori del nostro Belpaese a stravolgere titoli originali e soprattutto a far passare per ogni dove un trailer che non c'entra nulla col film.Come se fossimo esseri inferiori incapaci di accettare un film un po'diverso dai soliti schemi preordinati.A vedere il trailer sembra di trovarsi di fronte al classico prodotto semidemenziale targato faccia-di-gomma-Carrey buono per il prime time della domenica sera di Italia uno.Il film è invece incentrato su tutti altri argomenti pur pagando dazio nei primi dieci minuti al concetto che il pubblico ha di Carrey e sembrando debitore della commedia stile Farrelly bros .Vedendolo il primo accostamento filmico che mi è venuto in mente è Prova a prendermi di Spielberg in quanto le storie di Frank Abbagnale jr e di Steven Russell hanno diversi punti di contatto .E'differente il modo di raccontarle.Mentre a Spielberg interessa l'idealizzazione del Sogno Americano narrando una vicenda agrodolce,i registi e sceneggiatori Requa e Ficarra del Sogno Americano non sanno che farsene,anzi lo prendono letteralmente a picconate.Il sogno borghese del poliziotto alla ricerca della propria madre naturale si infrange in un brutto incidente automobilistico in cui finalmente comprende cosa vuole per il suo futuro.I love you Phillip Morris è un film muliforme ,camaleontico come il suo protagonista che oscilla continuamente tra vari registri e vari generi raccontando le gesta di un drop out che non riesce ad adeguarsi,a conformarsi a ciò che lo circonda.E'un mago del travestimento che rivendica orgogliosamente la propria diversità,uno Zelig più malandrino,un cervello sempre in funzione capace di sfruttare le minime debolezze del sistema,usandone le simbologie(il camice che simboleggia il medico del carcere oppure il walkie talkie simbolo della sua appartenenza al corpo di polizia nonostante l'abbigliamento piuttosto vistoso) e le consuetudini per confondersi e uniformarsi all'ambiente circostante.Tutto pur di scardinare le regole imposte dalla società di cui si prende cotantemente gioco e pur di vivere la propria storia d'amore con il Phillip Morris del titolo.Tra i vari generi toccati dal film infatti c'è anche il melò di una storia d'amore in cui il destino(e un bel pò di libero arbitrio) si accanisce a dividere i due amanti.Ed è proprio l'amore disperato di Steven per Phillip la causa del suo modus operandi(pur essendo un mago della fuga e del travestimento viene sempre riaacciuffato poco tempo dopo).Non è capace di stare lontano dal suo Phillip.Carrey si impadronisce della materia filmica con impressionante partecipazione.E se non sorprendono la sua faccia di gomma e la sua mimica nei numerosi siparietti comici ai quali assistiamo,sorprende la sua grande capacità di trattenere la propria recitazione in molti segmenti di questo film.Quelli in cui la vicenda inevitabilmente si ingarbuglia e la società si appresta a presentare il conto di tutte le malefatte operate dal nostro.La maschera di Carrey diviene tutta ad un tratto patetica,un clown condannato a non ridere più,una rivisitazione del Truman Show ch resta ben impressa nella memoria A rileggere le note biografiche di Steven Russell viene naturale pensare che la sua sia una vita da film.Del resto come ho detto all'inizio,la realtà batte sempre la fantasia,anche la più fervida, di qualsiasi sceneggiatore....
(http://mondobradipo.blogspot.com)
regia notevole per uno script abrasivo
regia notevole per uno script abrasivo
Impressionante
si adegua con sufficiente credibilità
non male come moglie petulante
un modello prestato al cinema
non male
ok
discreto
ok
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