Regia di David S. Goyer vedi scheda film
Brutta cosa la povertà d'idee soprattutto se si ha intenzione di girare un horror in un periodo in cui il genere è a dir poco inflazionato. "Il mai nato", tecnicamente, non sarebbe un film orrendo ; fotografia funzionale, giuste scelte nell' utilizzo di luci e trucco, montaggio discreto, un cast con esperti comprimari come Gary Oldman, Idris Elba, James Remar o Carla Gugino affiancati ai classici fighetti da massacrare come Odette Yustman, Cam Gigandet e Meagan Good. Non che bastino queste poche componenti a determinare la riuscita di un lungometraggio ma averle al posto giusto è già un primo passo. Eppure il film di David S.Goyer non funziona, non crea tensione, ricicla sequenze e dinamiche già viste in decine di altre pellicole come le allucinazioni della protagonista, il killer bambino o quel pastrocchio dell' esorcismo finale. Come se non bastasse, questo insieme di sequenze tutt'altro che memorabili sono legate fra di loro da una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti sia nello sviluppo che nei dialoghi e che ci ripropone ancora una volta il tema del gemello partendo dagli esperimenti di Mengele nei campi di concentramento per arrivare a persecuzioni e possessioni demoniache che si alternano di generazione in generazione all' interno di una famiglia di sopravvissuti. Come le due cose possano essere collegate tra di loro non ha molta importanza tanto è vero che regista ed autori non si sprecano a spiegarcelo archiviando la questione con una mezza frase buttata lì verso la metà del film. Fortunatamente non c'è molto tempo per farsi altre domande, l' inconsistente vicenda viene messa in scena in meno di un' ora e mezza e alla fine non rimane impresso nulla : nessuna scena, nessuna sensazione, niente di niente. Tempo perso.
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