Regia di Pasquale Falcone vedi scheda film
Stavamo perdendo le speranze, e invece si può fare. È possibile parlare di giovanissimi senza imboccare le strade del pulp, evitando il trash, e disseminare indizi smaccatamente commerciali. Perché la storia di Marco, che viene investito mentre esce da scuola in motorino e cade in coma profondo alla vigilia dei suoi diciotto anni, è in realtà la storia di un gruppo di amici, appartenenti a quella stessa generazione raccontata da Moccia, Brizzi, Salvati e Rovere. L’esordiente Pasquale Falcone non ci casca, non fa di tutta l’erba un fascio. Mette i suoi ragazzi a contatto con la vita e con la morte, cercando di respirarne problemi, ansie e paure. Il risultato non è perfetto, alla fine c’è un po’ troppo di tutto, ma questo impasto non sempre omogeneo e composto ha il sapore di una torta fatta in casa. Anche qui si parla di primi amori, di Internet e di serate in discoteca. Di immaturità, di tentazioni. Ma i cosiddetti adulti non sono né meglio né peggio, appartengono solo a un’altra generazione. Di fronte al dolore cadono barriere antiche, e attorno a un letto d’ospedale, come attorno al fuoco, gli uni e gli altri scoprono che non è mai troppo tardi per diventare persone migliori.
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