Regia di Pasquale Falcone vedi scheda film
Un film è un insieme di storie, come ci hanno insegnato un pò tutti i registi del mondo. A suo tempo, per parlare di coma, Almodovar fece scorrere su due binari paralleli due racconti differenti. Invece, il film di Falcone è scontato, noioso, lungo. Ma il regista è anche improbabile come direttore d'attori (i ragazzi a letto, distesi tutti insieme parlano spiegando allo spettatore, ma è mai possibile?), assolutamente imbarazzante come attore (basti pensare al suo rapporto con la giovane donna che gli è accanto, ricusata per l'ex moglie in modo forzoso), scadente come regista (perchè questa è fatta di stile: la storia va affrontata nell'ospedale o fuori? Qui la mancanza di pudore del cineasta (?) è vergognosamente giustificabile!!), e privo di una posizione. Il finale, direi opportunista (ma perchè?), vede maltrattato il compagno della madre del ragazzo in coma (assurdo responsabile di inaudita stupidità), e simbolicamente sospeso. I giovani sono allo stato brado, i professionisti dimostrano di non essere tali, e lo sforzo di Rosaria De Cicco non è ripagato dalla sceneggiatura (ora piange ora ride quando dovrebbe accadre il contario...). Una nota di demerito al trucco: poco sensibile quello della Cucinotta (un'infermiera con fondo tinta d'attrice...), evidente per i giovani (si noti la patina sulla guancia della ragazza violentata dal padre). Tutto questo dà un sapore dilettantesco (e non amatoriale, purtroppo) ad un'opera il cui tema è solo televisivo, e non certo cinematografico. Non basta avere un'ideuzza (!), dire che ci si rifà ad una storia vera, assumere (o farsi assumere?) star, utilizzare camere profesionali per girare: occorrono le storie. "I 400 colpi", diceva Truffaut "è girato male, sporco, improvvistao. Ma non importa". Perchè ciò che contava era quello che voleva dire, aggiungo io. E Falcone cosa ci voleva dire? Di mettere il casco, quando si va in moto? E c'era bisogno di farci su un film con gli amici?...
Un giovane di Cava dè Tirreni (SA) resta coinvolto in un grave incidente stradale. Per non aver allacciato allacciato, il casco, finisce in coma. Un continuo via vai di amici nell'ospedale consente ai giovani di ricostruire i sogni dell'infermo: un evento con il suo idolo, il dj Claudio Coccoluto. Ma permetterà anche ai genitori di ricongiungersi dopo tre anni dalla separazione (come nelle migliori soap...)
Deludente impianto musicale, peraltro interrotto da una canzone di Sanremo '89, che già all'epoca sembrò demodè (Franco Fasano....Mah!?). Una musica dovrebbe assecondare la trama. Qui, invece, accade il viceversa...
Sono stati spesi dei soldi, pochi o tanti non importa, in ogni caso. Allora, per tutti, valeva studiare un prodotto meno televisivo. Ad esempio, perchè non far accadere tutto nella stanza del malato? Perchè far vedere le immagini del rapporto tra l'infermo e la sua ragazza? E quelli della giovane violentata dal padre? O del giovane prima dell'incidente? L'evocazione viene prima delle immagini e queste devono narrara non spiegare. Un'occasione buttata, peccato.
Semplice manovalanza: spostare la mdp non significa regia.
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