Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
Uno dei sette cortometraggi girati da Dreyer nei dieci anni di silenzio cinematografico tra Due esseri e Ordet, in cui adatta nelle forme del cinema propagandistico di educazione sociale un omonimo racconto dello scrittore danese Johannes V. Jensen, già premio Nobel per la letteratura nel 1944. L'intento è quello di sensibilizzare la gioventù danese di fronte ai rischi degli eccessi di velocità, in una nazione che all'epoca non aveva ancora fissato alcun limite, mettendo in sella ad una moto una coppia di giovani e lanciandoli in una folle corsa per non perdere la coincidenza di un traghetto: la consueta essenzialità stilistica del maestro danese appare qui evidente soprattutto nella straordinaria padronanza del ritmo, trascinato dal montaggio curato dall'operatore Jorgen Roos, impeccabile nel catturare le vorticose evoluzioni della moto sulle strade. Poi, improvvisamente, il taglio semi-documentaristico della narrazione si infrange nei drammatici sviluppi e nella raggelante staticità del finale, preannunciato dal cadaverico ed inquietante volto dell'uomo alla guida dell'automobile che ostacolerà il percorso della coppia di protagonisti. Un Dreyer minore ma ugualmente implacabile.
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