Regia di Joel Hopkins vedi scheda film
Harvey si prepara ad affrontare al matrimonio della figla la distanza che il tempo ha creato tra i due, il suo fallimento di padre e marito e il rinnovarsi di antiche umiliazioni vissute con la ex-moglie, nel frattempo sposata con un uomo brillante e di successo. Ad aggravare il suo disagio psicologico, gli arriva la notizia che ormai anche il suo lavoro di compositore di jingles lo ha superato e che, impietosa conferma della sua debacle totale, é stato anche licenziato. Infine prende atto impotente della umiliante decisione della figlia di essere accompagnata all'altare non da lui, ma dal suo padrigno. L'impatto con il muro di commiserazione e ironia di tutti gli invitati, percepibile perfino nello sguardo dei bambini con cui ha potuto dividere il tavolo é a dir poco imbarazzante e ben inscenato. La sofferenza di Harvey é percepibile e non puó lasciare indifferente lo spettatore piú sensibile. Nonostante l'immensa nuvola che si accumula sulla sua testa e con il sostegno di Kate, conosciuta per caso in una disperata ricerca di affinitá col prossimo o piú semplicemente di contatto umano, Harvey Shine riesce a trovare un riscatto insperato. Non riconquista certo la sua famiglia perduta per sempre (e nemmeno lo vuole) ma riesce almeno a dare una dignitá alla sua sconfitta e a riabilitare il suo ruolo di padre. Con lo stile di cui sono capaci solo i grandi del cinema, Dustin Hoffman e Emma Thompson riescono ad ampliare il raggio d'azione un po banale del copione, con il risultato di una sorprendente, tenera e autentica storia sentimentale, ricca di cauti e spesso divertenti sottotoni. Il fim diventa così una piccola ode all'amore, inteso come uno dei migliori conforti nella umana solitudine, e medicina infallibile contro ogni dubbio esistenziale.
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