Regia di Richard Linklater vedi scheda film
VOTO : 6,5.
Richard Linklater è uno dei registi più versatile che io conosca, però allo stesso tempo I suoi film sono prodotti discreti a cui manca spesso qualcosa per fare un deciso salto di qualità.
Così anche questo “Me and Orson Welles” risulta sostanzialmente piacevole, realizzato con cura, ma privo di quella sostanza in più per fare uno step in più.
Richard (Zac Efron) è uno studente sveglio che aspira a diventare artista, così, con un po’ di tenacia e di fortuna conosce un giovane di sicuro avvenire, Orson Welles, e riesce ad ottenere da lui una parte in una rilettura del “Giulio Cesare”.
Durante il periodo di prove, dove le cose non sembrano andare per il meglio mentre la prima si avvicina, conosce i suoi colleghi, ma soprattutto si innamora della bella Sonja (Claire Danes), segretaria di Welles, ed entra in contrasto con quest’ultimo, caratterizzato da un carattere tanto geniale quanto egocentrico.
Capirà che la vita degli adulti non è poi così facile come il suo esordio gli aveva fatto credere, ma il tempo rimane dalla sua parte.
Linklater costruisce un film ordinato, soprattutto molto attento ai particolari scenici, tanto da far quasi assaporare al pubblico tempi e modi trascorsi da parecchio (siamo nel 1937).
Sulla scena s’incontrano, e poi scontrano, due personaggi molto diversi; un eclettico, talentuoso e megalomane Orson Welles, ed un ragazzo venuto dal nulla che sogna in grande e che trova una nuova famiglia con tanto di donna da bramare.
I rapporti interpersonali tra i personaggi funzionano, i dialoghi sono veloci e spigliati, il registro scorre lieve, ma non banale, a scandire da un lato la “vergine” visione della vita del giovane Richard e poi il brusco risveglio con il regista che lo ripudia per un battibecco e la bella di turno che alla fine fa quanto gli aveva già promesso.
Diciamo che il film offre quanto promette (e che non si butta via), ma al contempo è limitato da un’impalcatura che prevede una certa ripetitività (le prove, le battute, lo spettacolo), e, per quanto lo spirito dominante sia per lo più abbastanza ispirato, mancano grandi scene o aspetti di cui si può portare a lungo un sentito ricordo.
Insomma direi che non ci si può lamentare troppo, ma anche che gli entusiasmi stanno altrove.
Discreto.
VOTO : 6,5. Ordinato e scorrevole senza essere stupido, ma gli manca qualche acuto e cambio di ritmo in corsa.
VOTO : 6+. Più che sufficiente con un paio di scene riuscite (la crisi pre-prima, per esempio).
VOTO : 6++. Sorrisone ammaliante, decisamente friendly e sportiva.
VOTO : 6,5. Il suo essere idolatrato dalle ragazzine non gli porta gran fiducia da parte del pubblico più esigente, in ogni caso qui dimostra, e non è la prima volta, di non essere uno sprovveduto. Bella presenza (questo è ovvio), abbastanza simpatico e spigliato.
VOTO : 6. Poche scene nelle quali risulta abbastanza simpatica.
VOTO : 6. Collaudato, in un ruolo di routine.
VOTO : 6++. Ruolo che richiedeva grande personalità e lui ce la mette, ma lascia anche la sensazione che qualcosa di meglio si potesse comunque fare.
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