Regia di Michel Piccoli vedi scheda film
Lo spaccato di una vita borghese ingabbiata in un tetro vaudeville, dove il triangolo amoroso è una sfibrante spola tra due rapporti speculari, ugualmente avvilenti. I personaggi sono laconici burattini in un teatro surreale, in cui il sarcasmo delle vignette di Loriot è calato in un gioco visivo di interni pittorici dalle tinte patinate. L’effetto ottico delle scenografie è quello di una sorta di impressionismo geometrizzato da influssi magrittiani. Un film che è una felicissima miscela di arte, satira e dramma.
Le aspre note della canzone “La vie c’est une partouze” del cantante belga Arno sono un azzeccatissimo accompagnamento musicale.
Michel Piccoli porta a maturazione quel gusto estetico già presente in “Allora ecco”; tuttavia, se lì falliva, rimanendo impigliato nelle incongruenze di uno stile discontinuo e spigoloso, qui riesce in pieno, confezionando un film dalla trama semplice e chiara, infiocchettato di elementi decorativi raffinatamente rétro.
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