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Love Story

Regia di Arthur Hiller vedi scheda film

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La recensione su Love Story

di Antisistema
5 stelle

E dire che dopo un pò dall'inizio, mi stavo convincendo che il film Love Story (1970) non facesse così cagare come si dice in giro; certo per carità nulla di eccezionale, ma il fatto che che Oliver Barrett (Ryan O'Neal), ricco studente di Harvard, e Jennifer Cavilleri (Ali MacGraw), studentessa di musica, dopo 20 minuti di film subito si mettono insieme, vengono delineati nelle loro caratterizzazioni, si baciano e vanno subito a letto denota una ricerca più veloce del romanticismo da parte del regista Arthur Hiller e sottolinea anche l'intelligenza dei nostri due protagonisti che non si perdono troppo in chiacchiere o smancerie da quattro soldi, nel mezzo abbiamo anche un paio di partite di hockey girate con la macchina a mano e piacevoli da guardare; certo la regia non è nulla di che ed esteticamente risulta essere troppo spartano, ma il piano intimo sembra giovare al film. 

Il problema è che dopo la prima scopata che sancisce praticamente l'unione tra i nostri due protagonisti, il film ha smesso di dire qualunque cosa avesse da mostrare. Il cinema in generale, ma sopratutto Hollywood fatica moltissimo a descrivere il momento successivo allo stare insieme quando i personaggi diventano una coppia fissa se non il vero e proprio matrimonio. 

Descrivere l'unione tra un uomo e la donna è una cosa non facile, ma sembra che vi sia un certo timore nel narrare il rapporto di coppia nella sua evoluzione quotidiana, come se fosse un momento che rompesse la patina favolistica e si fosse costretti ad entrare troppo nei dettagli della realtà di tutti i giorni e questo evidentemente spaventa i produttori ed il pubblico; infatti basta vedere come la stragrande maggioranza dei film sentimentali si fermi al momento dell'unione e decida poi di non proseguire oltre, quando poi lo fà come in questo film, succedono spesso i disastri con l'unico risultato che se uno vuole vedere delle pellicole sul legame uomo-donna dopo l'essersi messi insieme, è costretto a rivolgersi al mercato europeo per trovare qualche film di qualità in proposito. 

 

Ryan O'Neal, Ali MacGraw

Love Story (1970): Ryan O'Neal, Ali MacGraw

 

Love Story dopo 20 minuti non trova altro di meglio da fare che perdersi tra giochini sotto la neve con la colonna sonora ruffiana di Francis Lai (vincitrice dell'oscar) e il conflitto generazionale tra Oliver ed suo padre (Ray Milland), quest'ultimo contrario alla relazione con l'intelligente ma povera Jennifer. Non c'è niente di interessante perchè il film è semplicistico nel risolvere tale questione; Oliver taglia qualsiasi legame con il padre sposando Jennifer e riesce a frequentare l'università mentre quest'ultima lavora (e nel frattempo ha rinunciato al suo sogno di andare a Parigi a studiare musica... ammazza che donna emancipata, la figura femminile in questo film non conta una mazza, basta anche vedere come la madre di Oliver nel film non abbia alcuna voce in capitolo), raggiunta la laurea, sarà Oliver a lavorare a New York mentre Jenifer viene mantenuta dal marito... fine. Ah! Poi alla fine improvvisamente si scopre che è malata terminale (tema buttato lì con la delicatezza di un elefante in una cristalleria) e schianta... sarebbe poiler, ma praticamente Oliver dopo 30 secondi ad inizio film in un paesaggio che più deprimente non si può, ci dice sin da subito che Jennifer è morta a soli 25 anni. Il sentimentalismo è veramente eccessivo ed i conflitti relazionali sono praticamente azzerati, poichè il tutto si supera grazie all'amore, d'altronde "amare significa non dover dire mai mi dispiace" (secondo me O'Neal venne preso così tanto per il culo per questo film che nel film di Bogdanovich, Ma papà ti manda sola?, piglia per il culo tale frase definendola la cosa più stupida che abbia mai sentito). Il film è bruttarello, ma non così brutto comunque, i primi 20 minuti si lasciano guardare, la partite di Hockey sono discretamente girate e la chimica tra i due protagonisti funziona comunque e sono anche bravini a recitare seppur nulla di troppo eclatante. Hollywood con film del genere ci campa da oramai quasi 50 anni, visto che Love Story ha l'ingrato primato di aver fondato il genere del cancer movie con tanto di storia romantica di sottofondo; solo che i film successivi ad esso faranno molto peggio come ad esempio Authumn in New York di Joan Chen (cazzo questo è tremendo dall'inizio alla fine). 

Costato appena 2 milioni, ne fece oltre 130 in tutto il mondo e lanciando la carriera dei nostri due protagonisti (strano a dirsi, ma Ryan O'Neal era veramente uno degli attori di punta nella Hollywood degli anni 70'...) e ricevendo ben 7 nomination agli oscar tra cui miglior attore ed attrice, miglio film, regia e miglior sceneggiatura. Oggi irrimediabilmente datato, ma da recuperare per chi volesse approcciarsi ad un fenomeno popolare dell'epoca. 

 

Ali MacGraw, Ryan O'Neal, Ray Milland

Love Story (1970): Ali MacGraw, Ryan O'Neal, Ray Milland

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