Regia di Arthur Hiller vedi scheda film
Matrice del filone strappalacrime, questo film raggiunge il proprio obiettivo con la stessa superficialità e semplicità con cui si può far piangere un bambino. Senza preoccuparsi di un'analisi approfondita dei personaggi, con una regia pressochè inesistente, tutto spumeggia in superficie per condurci alla tragedia del finale. Lacrime a volontà, amarezza e riflessioni profonde sulla vita sono a carico dello spettatore.
I litigi, lo scontro tra poveri, ma intelligenti e talentosi, e ricchi, ma un po' volgari e insensibili, sono affrontati con troppo semplicismo e con troppi luoghi comuni. L'intento di fare di una frase una lapide e un aforisma di grande impatto, "Amare significa non dover mai dire mi dispiace", è troppo forzato e poco spontaneo.
In questi film melensi la musica è sempre la vera protagonista. Il tema di Love story, così dolce, semplice e al contempo struggente è bellissimo. Accompagna nella sua forma fluida ed elementare le lacrime a fiume del finale.
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