A Genova, nel 1963, Tre uomini progettano un grosso colpo. Sono Bernard, un contrabbandiere di origine francese, il giovane Carlo, e Salvatore, un pastore sardo membro dell'anonima sequestri. Il colpo riesce, ma Salvatore con uno stratagemma dal prezzo molto alto raggira gli altri due e scappa con il malloppo e Veretta, una prostituta di cui si è innamorato. Il suo tradimento, il modo in cui l'ha compiuto e altri eventi occorsi in seguito gli renderanno però molto difficile godersi il denaro sottratto.
Note
Per essere tratto da un romanzo (quel Destino ridicolo scritto da Fabrizio De André e Alessandro Gennari), il secondo lungometraggio di Daniele Costantini (dopo Fatti della banda della Magliana) è una trasposizione che più libera non si può. L’attenzione verso gli ultimi riservata da De André si perde a causa di una recitazione forzata e surreale, che alla lunga risulta fastidiosa. Non convince, su tutte, quella del pappone Fausto Paravidino, tutto smorfiette e risatine, al centro di una sceneggiatura approssimativa, incongruente e didascalica.
Non al denaro, non all’amore, né al cielo, tanto meno da De André sarebbe stata gradita quest’operazione, che a differenza dell’opera da cui è tratta, il romanzo “Un destino ridicolo”, di De André, in collaborazione dello psicanalista Alessandro Gennai, è di gran lunga inferiore. Anzi inutile. Perché, chi va a cinema per vedere il film di Costantini, ha l’idea di andare a… leggi tutto
Richiamandolo fin dal titolo, il film di Costantini cerca di evocare il mondo di Fabrizio De André, traendo il soggetto dal romanzo del grande cantautore, Un destino ridicolo. Per la verità, furono diversi coloro che rimasero delusi leggendo il libro di De André, non riconoscendo nello scrittore (in realtà il romanzo fu scritto a quattro mani con Alessandro Gennari)…
Il Film in se' ha una bella ricostruzione dei primi anni '60 in questo caso a Genova ma per il resto la Pellicola e' alquanto poco godibile e si rischia l'abbiocco nonostante qualche Attrice sia in abiti sexy o semplicemente piu' libertina.voto.4.
Se volessimo intraprendere un discorso filologico, dovremmo perfino contestare il titolo del film. Se volessimo contestualizzarlo all’interno del discorso generale, ci accorgeremmo ben presto che Amore che vieni amore che vai c’azzecca poco con il filone della musica genovese del De André degli anni sessanta. Scritta sì in quel decennio e probabilmente a Genova,…
E' un sito di cinema, d'accordo. Ma non possiamo ignorare che dieci anni fa Fabrizio De André se ne andava. Mi sembra doveroso ricordarlo. Volevo scrivere qualcosa riguardo colui che reputo uno dei più importanti…
Non al denaro, non all’amore, né al cielo, tanto meno da De André sarebbe stata gradita quest’operazione, che a differenza dell’opera da cui è tratta, il romanzo “Un destino ridicolo”, di De André, in collaborazione dello psicanalista Alessandro Gennai, è di gran lunga inferiore. Anzi inutile. Perché, chi va a cinema per vedere il film di Costantini, ha l’idea di andare a…
Fabrizio De Andrè ha cantato storie di emarginati e reietti, lo ha fatto con anarchica poesia e ha dipinto luoghi e genti di una Genova che in parte sopravvive tuttora. Insieme a Alessandro Gennari scrisse poi il romanzo "Un destino ridicolo", da cui è tratto il film in questione. Il libro narra delle vicende di tre uomini (Bernard, marsigliese passato dalla resistenza alla malavita; Carlo,…
L’atmosfera è quella di un teatro di posa, la piéce rappresentata resta in bilico tra burlesque e grottesco, rinunciando a qualsiasi forma di realismo. Per essere tratto da un romanzo (quel Destino ridicolo scritto da Fabrizio De André e Alessandro Gennari), il secondo lungometraggio di Daniele Costantini (dopo Fatti della banda della Magliana) è una trasposizione che più libera non si…
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