Regia di Teresa Marchesi vedi scheda film
A 9 anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè. il più insigne cantautore che la storia della musica italiana abbia mai avuto, la fondazione De Andrè e la vedova del musicista, Dori Ghezzi, mettono i ponderosi archivi in loro possesso a disposizione di Teresa Marchesi. Ne esce un ritratto concentrato quasi esclusivamente sulla dimensione del musicista. Passano in rassegna i brani che hanno dato lustro alla storia della canzone italiana, da Via del campo a La canzone di Marinella, Bocca di Rosa, fino ad Amico fragile, Creuza de ma e Kohrakanè. Alla bellezza indiscutibile e struggente del repertorio del maestro genovese si accompagna il ritratto di un'intelligenza sconfinata, qualche accenno all'esperienza biografica (il rapimento in Gallura del 1979), le testimonianze dei tanti che lo hanno amato e continuano ad amarlo, tra cui Fiorello, Fernanda Pivano (a cui è dedicato il film), Sergio Castellitto e Wim Wenders. Tolto l'eccellente lavoro in fase di missaggio, il film non insegue alcun virtuosismo, lasciando parlare soprattutto le canzoni. Nondimeno, l'emozione che riesce a suscitare è enorme e i brani di intervista a Faber riescono a suscitare meraviglia per lucidità e autonomia di pensiero. Quando arrivano i titoli di coda il rammarico per avere perso Fabrizio De Andrè tanto presto non può che farsi più profondo.
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