Regia di Benoît Délepine, Gustave Kervern vedi scheda film
Traviato da una critica troppo entusiasta, che l’accolto bene dovunque, mi sono messo alla visione di questo film pieno di humour macabro. Sulla carta, almeno, perché in realtà non suscita neanche un sorriso. Film spesso noioso, e i due protagonisti, con i quali è impossibile entrare in empatia, non aiutano.
Narra la storia di una lei (un lui?) operaia che si trova di punto in bianco senza fabbrica. Cioè, i muri ci sono, ma una mattina non c’è più nulla dentro. Con le compagne, raccolto il gruzzolo (una carità) che viene dato loro come buonuscita, decidono di investire tale cifra nell’assassinio del padrone.
Film per questo anche “giusto”, e bella l’idea, ma l’opera è veramente sopravvalutata, dato che per me è giusto da 6.
Film d’essai di cui si sono accorti in pochi, ma che nel 2009 fu un bel successo in patria, cioè in Francia. Mal che vada, fa scoprire la figura di Louise Michel, anarchica e femminista ante litteram, a cui se non sbaglio il film è dedicato, anche nel titolo. O comunque a cui si ispira.
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