Regia di Benoît Délepine, Gustave Kervern vedi scheda film
L'umorismo acido e sarcastico di Benoit Delepine è di quelli che piacciono a me (giusto l'accostamento col più freddo e glaciale Kaurismaki, altro regista da me amato), e in questo intelligentissimo film, che all'epoca in cui uscì in sala ricordo non mi entusiasmò più di tanto, rivisto oggi alla luce dell'ultima uscita del regista francese (il divertentissimo Mammuth, una vera chicca per i cinefili dal palato fine) il raffinato senso del grottesco del regista si estrinseca splendidamente snodandosi per tutto il film. Piccoli e numerosi dettagli rivelano continuamente questa dote: vedi solo la scenetta iniziale del "carta-sasso-forbice", o la riunione delle operaie che candidamente deliberano il killeraggio, le scene nei night club con travestiti improbabilissimi lap-dancer, la cugina moribonda (l'attrice Miss Ming, fantasticamente impiegata anche in Mammuth nei panni della nipotina) chiamata alla sua ultima, spiazzante impresa... per non parlare dell'abilità con cui, grazie anche ai due fantastici protagonisti Jolande Moreau e Mouli Lanners, viene reso il senso dell'ambiguo (o meglio dell'ambivalente), fino al parossistico finale con la scena del piccolo neonato disteso sul ventre materno/paterno.
Registi così, in Italia... manco a parlarne.
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