Regia di Alain Robbe-Grillet vedi scheda film
Alain Robbe-Grillet al suo ultimo film si confronta col racconto omonimo di Jensen, di cui S. Freud ha dato una famosa interpretazione psicanalitica: e infatti il regista focalizza di nuovo l'attenzione sui rapporti tra sogno e realtà, sugli spostamenti di senso del reale, sulle contaminazioni incontrollate di bagliori onirici che fecondano l'essere conscio. Torna al paesaggio africano (il Marocco), cita esplicitamente immagini del suo film Oltre l'Eden e indirettamente ritornano frammenti anche de La belle captive, con l'icona della motocicletta e una ricreazione ultrasurreale del quadro di Magritte, con un mare vero visto da una finestra che si apre in mezzo ad una stanza rossa e lussuosa.
La donna è ancora dominatrice e tessitrice misteriosa di un mondo diverso, incontrollabile dal protagonista; donne che solo apparentemente sono soggiogate da giochi erotici, punizioni sadiche e tableaux vivants alla Delacroix: una summa del suo autore a tratti un pò morbosa ma sempre molto affascinante. 7 1/2
Suggestivi inserti di Giacomo Puccini, Nicolai Rimsky-Korsakov, canti berberi...
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