Regia di Kenneth Anger vedi scheda film
Un "Quadri da una esposizione" in formato cinematografico. Della pittura dell'artista, poeta ed occultista britannico Aleister Crowley, l'obiettivo di Kenneth Anger cattura l'anima rabbiosa e penetrante che, col sogno e l'incubo, trapassa la quieta normalità del reale. Nelle inquadrature d'insieme dei paesaggi, si coglie la propensione a immaginare il mondo come una soglia dell'inferno travestita da paradiso, un giardino dell'eden in cui emergono vulcani, guglie, corna e simboli fallici come spuntoni demoniaci. Nei dettagli dei ritratti, i personaggi rivelano, nello sguardo e nell'atteggiamento delle labbra, la profondità delle loro anime, ampie e cupe come abissi, in cui lo spirito diabolico prende la forma di un'oscura e atavica forma di consapevolezza sulla vita: la saggezza ne è la base, su cui si innesta l'astuzia come germoglio guizzante e contorto. Nella visione del pittore, l'umanità può trarre nuova forza liberandosi dalla paura rispetto alla coscienza del Male, che va, invece, abbracciato e condotto per mano, secondo la nostra volontà, in una danza macabra mirante a circuirlo e, in definitiva, ad esorcizzarlo. Il percorso della macchina da presa di Anger segue i passi studiati e lenti che conducono dalla scoperta alla riflessione: fissare negli occhi ciò che è temibilmente deviante è il modo migliore per vincere le nostre inibizioni di fronte alla diversità, e superare la nostra incapacità di rispondere in maniera equilibrata alle presunte minacce derivanti da ciò che, semplicemente, non ci piace.
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