1942. Nella Slovacchia occupata dei tedeschi, un falegname ariano si occupa di gestire una piccola bottega di una donna ebrea. E quando arriva l'ordine per la deportazione, ora che tra i due si è sviluppato un rapporto di consuetudine ed affetto, l'uomo provoca involontariamente la morte della donna.
Note
Tratto dal racconto La trappola di Ladislav Grosman, fu presentato in concorso al 18° Festival di Cannes e vinse l'Oscar per il miglior film straniero nel 1966.
Tra i vertici della Nova Vlna, poggia su un sostrato arendtiano nelle bonarie figure di riluttanti filonazisti per caso, per interesse, per terrore, e nel descrivere una Babele in cui nessuno vuole e sa comprendere l’altro. La lucida banalità del male fa precipitare la (pseudo) commedia nella tragedia. Di atroce incisività la parte finale. Eccelso.
Siamo nel 1942, in una piccola cittadina della Slovacchia occupata dall’esercito nazista. Tono Brtko (Jozef Kroner) è un falegname rimasto senza lavoro. La moglie Evelyna (Hana Slivková) non accetta di buon grado di vivere di stenti e invoglia il marito ad assecondare la proposta del cognato Marcus Kolkotsky (František Zvarík), un luogotenente sul posto… leggi tutto
Siamo nel 1942, in una piccola cittadina della Slovacchia occupata dall’esercito nazista. Tono Brtko (Jozef Kroner) è un falegname rimasto senza lavoro. La moglie Evelyna (Hana Slivková) non accetta di buon grado di vivere di stenti e invoglia il marito ad assecondare la proposta del cognato Marcus Kolkotsky (František Zvarík), un luogotenente sul posto…
Il titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
Tono è un piccolo falegname di provincia nella Cecoslovacchia appena occupata dai nazisti. È di poche parole e poche pretese. Non è voluto entrare nella "Guardia Fascista", causando in tal modo dei problemi al cognato (entusiasta nazista della prima ora) che viene da allora guardato con sospetto e chiamato "alibista" (o forse "Ali Baba" : è lo stesso cognato…
Carissimi coutenti, mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per l’inaspettata adesione a quella che normalmente si dovrebbe definire recensione ma che, nel caso specifico, sarebbe più opportuno ritenere…
"Il lavoro rende liberi": tragicamente ironico benvenuto ai deportati ebrei, prigionieri di guerra,
zingari, omosessuali e dissidenti politici in numerosi campi di concentramento nazisti. Per
ricordare questo brutto…
Tenerissimo ed originale racconto su come beffare la cinica arroganza del potere. Una storia dal sapore antico, in cui la semplice umanità e l'onestà del cuore si ergono a baluardo contro l'imperante avidità. Mentre il regime rumoreggia e costruisce sontuose torri di Babele, il coraggio della solidarietà opera silenziosamente nell'ombra. La "bottega sul corso" è un luogo appartato dal…
Gioiellino della nová vlna del cinema cecoslovacco, quella stessa che produsse lavori come "L'asso di picche" e "Gli amori di una bionda" di Milos Forman, nonché "Treni strettamente sorvegliati" di Jiri Menzel. Con il modo leggero - che non vuol dire superficiale - per così dire "hrabliano", tipico del cinema cecoslovacco degli anni precedenti alla repressione sovietica, Kadár e Klos…
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Tra i vertici della Nova Vlna, poggia su un sostrato arendtiano nelle bonarie figure di riluttanti filonazisti per caso, per interesse, per terrore, e nel descrivere una Babele in cui nessuno vuole e sa comprendere l’altro. La lucida banalità del male fa precipitare la (pseudo) commedia nella tragedia. Di atroce incisività la parte finale. Eccelso.
commento di Inside man