Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
La settima arte compie una gloriosa vendetta contro il terzo Reich e lo fa per merito di un "bastardo" talentuoso e visionario.
Un fantasmagorico esercizio di fantasia con cui Tarantino compie una spietata vendetta contro il Reich, annientandolo nel modo più cinematografico e grottesco che ci sia. Come tomba guarda caso un cinema, come boia una angelica biondina in abito rosso, come giudice un diabolico SS (ed attorialmente parlando splendido) Waltz che condanna i colpevoli con cinica lucidità e dilettevole partecipazione, come se il male potesse essere sconfitto solo dal male medesimo, consci che un diavolo può fare solo il proprio interesse. Qui la regia è ad altissimi livelli e riesce a plasmare il film con una perfetta ritmica a pulsazioni, creando pathos con dialoghi serrati che poi sfociano in parossistiche dosi di violenza, veloci e fulminanti, lasciando sempre lo spettatore in attesa di qualcosa. E quando tutto sembra finito, arriva un altro momento di lucida follia che sottrae alla gloria il vero bastardo. Grande la prova del cast, grande l'idea narrativa, grande l'impianto scenico, fenomenale il risultato. Quando si dice con ragione fabbrica dei sogni. Incredibile.
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