Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
VOTO 10/10 Grande Tarantino, che con “Inglourious Basterds” (titolo che contiene due voluti errori ortografici in inglese) torna a ripetersi praticamente ai livelli di “Pulp fiction” e de “Le iene”, meritandosi il titolo di cineasta fra i più significativi del panorama contemporaneo. Il film si ispira a “Quel maledetto treno blindato” di Enzo G. Castellari, un piccolo cult della serie B di genere “war-movie” molto amato da Tarantino, ma sembra che la trama risulti comunque molto differente da quella del film di Castellari. In realtà, si tratta di una “reverie” interamente tarantiniana, una fantasia storica dove la Storia con la S maiuscola conta poco, mentre risulta fondamentale la capacità di trasfigurare il reale tipica del mezzo cinematografico, a cui il regista tributa moltissimi omaggi citazionistici come nei film precedenti. Sicuramente è un’opera audace in termini stilistici e di contenuto, un film di guerra diverso da tutti gli altri, che non ha paura di inglobare elementi narrativi e figurativi che derivano dalle tavole dei fumetti, così come non ha paura di osare nella caratterizzazione grottesca e volutamente irreale di personaggi storici come Hitler e Goebbels, che all’inizio mi era apparsa come un possibile difetto, ma in realtà, si tratta di marionette disarticolate e volutamente caricaturali, che vengono dileggiate in una maniera molto simile a quanto accadeva nel film di Lubitsch “To be or not to be” del 1942. Anche in questo film ritroviamo l’eccesso verbale e le lunghe sequenze dialogate tipiche del cinema di Tarantino, ma non si può certo accusarlo di essere un film dallo stampo teatrale, in quanto l’azione è ugualmente sostenuta: a questo proposito, due delle sequenze di maggiore impatto ed efficacia pur nella loro lunghezza sono la prima scena, in cui il colonnello Landa si reca dal contadino francese per scovare la famiglia ebrea che farà sterminare, e la lunga scena nella taverna con il rendez-vous fra la spia doppiogiochista Bridget von Hammersmark e alcuni dei Bastardi travestiti da ufficiali tedeschi. Queste sequenze funzionano benissimo perché il dialogo non è mai fine a se stesso e la parola contribuisce ad installare quella tensione che poi sfocerà in sparatorie violente e stragi sanguinose; ammetto tuttavia che, verso la fine, soprattutto nella scena in cui il colonnello Landa detta le sue condizioni per la resa al capo dei Bastardi Aldo Raine e al suo collega Utivich, l’eccesso di ragionamenti machiavellici può risultare leggermente stancante. In termini di spettacolo, il film è spesso trascinante, coniuga il dramma con l’umorismo nero e robuste iniezioni di violenza “fumettistica”; affascinanti certe aperture visionarie come la scena, girata come una sorta di videoclip ante-litteram, in cui Shosanna si prepara alla serata di gala truccandosi allo specchio col sottofondo musicale di “Cat people” di David Bowie, e che si conclude con un sofisticato movimento di gru che accompagna la donna all’interno del cinema dove si svolgerà la première nazista. Alcuni hanno avuto da ridire sulla mancanza di logica interna della trama, ma, se si accetta il principio della “alternate history” su cui essa è fondata, anche il finale in cui viene massacrato Hitler può risultare congruente; tuttavia, devo muovere a Tarantino un piccolo appunto proprio nei termini della “verosimiglianza”: trovo infatti piuttosto improbabile che Shosanna, caratterizzata come una donna dal forte desiderio di vendetta, quando è praticamente costretta ad uccidere l’eroe tedesco Friedrich Zoller che la corteggiava senza essere ricambiato, abbia poi un inspiegabile moto di pietà e vada ad accarezzare l’uomo agonizzante, facendosi stupidamente uccidere da lui. Forse sono io che cerco il pelo nell’uovo, ma questa svolta della trama l’ho trovata poco plausibile. Nel cast giganteggia l’austriaco Christoph Waltz che ha vinto moltissimi premi dall’Oscar alla Palma d’Oro, capace di rendere affascinante e carismatico il suo colonnello nazista, ma di mostrare ugualmente le insidie del Male che si celano dietro questo fascino: un’interpretazione da manuale in cui l’attore recita agevolmente in ben quattro lingue. Fra gli altri, mi sembra senz’altro dignitosa l’interpretazione di un Brad Pitt che se la cava abbastanza bene sul registro umoristico spesso richiesto dal suo personaggio; brava la francese Melanie Laurent come Shosanna, convincente angelo della vendetta (e la scena in cui si ritrova inaspettatamente al ristorante con Landa basta da sola a dimostrare l’espressività dell’attrice), non male anche la bellona tedesca Diane Kruger, mentre il grande attore anglo-tedesco Michael Fassbender risulta un po’ sacrificato a causa delle poche scene in cui appare. Infine, un’osservazione sulla scelta di utilizzare il multilinguismo: a mio parere, in questo caso, risulta perfettamente sensata, e infatti è preferibile vedere il film nell’originale che alterna l’inglese al tedesco e al francese e, in una scena, anche l’italiano (la scena in cui Pitt e Eli Roth si fingono italiani, una scena che nella versione nostrana è stata resa in maniera pessima, ma capisco le difficoltà dell’adattamento).
se la cava abbastanza bene sul registro umoristico spesso richiesto dal suo personaggio, un'interpretazione dignitosa
regista dell'horror "Hostel", qui interpreta l'Orso Ebreo Donnie Donowitz, se la cava discretamente, ma il suo è un personaggio comunque secondario
decisamente affascinante come donna, come attrice è comunque spigliata e regge bene la scena della taverna e quella dal veterinario in cui le viene tolta una pallottola dalla gamba
breve apparizione nel ruolo del generale Ed Fenech, un nome che è tutto un programma
nel ruolo dell'eroe tedesco Friedrich Zoller, se la cava decisamente bene
è un attore bravissimo, ma qui ha poco spazio, anche se nella scena della taverna può comunque sfoggiare il suo talento
Proprio lui, il protagonista degli Uccelli di Hitchcock, qui interpreta Winston Churchill, ma appare solo in pochissime inquadrature
capace di rendere affascinante e carismatico il suo colonnello nazista, ma di mostrare ugualmente le insidie del Male che si celano dietro questo fascino: un’interpretazione da manuale in cui l’attore recita agevolmente in ben quattro lingue.
convincente angelo della vendetta nel ruolo di Shosanna, regge il ruolo con indubbio talento
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