Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Ultima fatica di Quentin Tarantino da qualcuno presentata, a torto, come remake de "Quel Maledetto Treno Blindato" di E.G.Castellari.
Da un punto di vista meramente artistico, Tarantino è riuscito a superare sé stesso con uno script scritto in modo perfetto e una regia e una direzione degli attori sublime. L’unico neo, forse, sta nella lunghissima sequenza del bar dove si festeggia il "nuovo padre" che, seppur brillante per le interpretazioni, è a mio avviso troppo diluita.
Evidente l’amore del regista per il nostro cinema di genere (vedere l’inizio che se ci fosse la sabbia al posto dell’erba sarebbe stato perfetto per uno spaghetti western; palesi poi gli omaggi a Fernando Di Leo nella scena rallentata in cui il cecchino uccide la sua amata non corrisposta; chiaro poi il gusto per lo splatter con scalpi e spruzzi di sangue a profusione).
Da manuale del maestro di genere anche i movimenti di macchina (cose che nel cinema odierno si vedono sempre di meno) con sequenze che sembrano girate dall’ispirato Dario Argento (vedere il modo in cui vengono mostrati gli ebrei sotte le assi di legno) o da Brian De Palma (vedere le sequenze nel cinema).
Da applausi, perché mostrano la vera passione (e non il solo intento di far cassa) del regista per certi argomenti, l’inserimento di tutte quelle scene in cui si parla delle bobine di un tempo o si parla del cinema tedesco.
Se tutti questi sono aspetti di notevole pregio, a cui si aggiunge un’ottima colonna sonora e un eccellente fotografia, ci sono alcuni aspetti che non mi sono piaciuti affatto. Prima di tutto, non per fare il moralista, ci si ispira a fatti di una tragicità assoluta e li si trasformano in un qualcosa di grottesco, ma soprattutto si condannano le barbarie naziste e lo si fa, praticamente, utilizzando il loro stesso metro (peraltro con personaggi che non mantengono la parola data e uccidono con una crudeltà che non può mai essere avallata) colpendo anche semplici soldati che, delle barbarie, non erano poi più di tanto responsabili. Favoloso da un punto di vista tecnico/artistico l’epilogo (la scena del cinema in fiamme è visivamente straordinaria), ma poco adatto per un finale che chiama in causa Hitler e compagnia e li fa morire senza nessuna spiegazione che possa far coesistere la visione con i fatti storici (magari si sarebbe potuta inserire come un sogno della protagonista ebrea).
Eccellenti gli attori, in particolare Christoph Waltz (davvero strepitoso, nei panni dell’ufficiale nazista che si diletta a giocare intellettualmente con il nemico) e Brad Pitt che gioca a fare il pomposo sopra le righe. Bravo anche Martin Wutke (impersonifica Hitler). Molto belle Melanie Laurent (col vestito rosso nella scena finale è irresistibile) e Diane Kruger.
Non mi è piaciuto il regista Eli Roth, qui nei panni di attore.
Un discorso, a parte, merita poi la colonna sonora che cita le nostre vecchie soundtrack e lo fa conferendo un taglio poetico.
Bene il make up (le scene degli scalpi sono terribili). In definitiva è un film che mi mette in difficoltà nel giudicarlo, perché se da un lato lo trovo tra i migliori film di Tarantino (superiore persino a "Kill Bill", da cui mutua l’interessa per la vendetta che, a questo punto, è un vero e proprio cruccio di Tarantino), dall’altro lo trovo un po’ di cattivo gusto. Voto artistico: 8+
Voto complessivo: 6
Da un punto di vista tecnico e per la stesura dei dialoghi, tra i contemporanei, è secondo a pochi.
Recita bene la parte del bullo.
A parte l'ottima scena di presentazione (in cui fuoriesce da una grotta), la sua presenza è opaca.
Bellezza straordinaria.
Granitico.
Il migliore del lotto, prova a dir poco maiuscola, Eccellente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta