Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Certo, se dovessi dare un’opinione su Bastardi senza gloria, rapportandolo ai precedenti di lavori di Tarantino (i due capitoli di Kill Bill + A prova di morte), direi che si tratta di un capolavoro, o quanto meno della risurrezione di un Maestro. In termini assoluti, invece, direi che ci si trova di fronte ad un prodotto medio, per qualità ed ambizioni, girato benissimo, com’è nelle capacità del regista di Knoxville. Si potrebbe anche dire che Tarantino ha perso, speriamo solo temporaneamente, il tocco magico che l’aveva condotto a realizzare capolavori come Le iene e Pulp Fiction: il meccanismo ad orologeria qui s’inceppa di fronte alla farragine citazionista (oltre a Castellari, si pensi al Marlon Brando del Padrino, scimmiottato da Brad Pitt quando deve fare l’italoamericano, mentre Eli Roth viene presentato con il nome di Antonio Margheriti) e alla confusione ingenerata dal miscuglio linguistico, che prevede, oltre al tedesco dei nazisti, al francese degli invasi e all’inglese degli Alleati, il contraddittorio italiano del doppiaggio e dei sottotitoli. Non si sa più se attribuire a genialità o ad improntitudine la trovata tarantiniana di girare un film d’azione imbottito di lunghe sequenze dialogate, talvolta alquanto estenuanti, inframmezzate da un paio di esplosioni di violenza, con sparatorie incrociate. Nell’argomento, Bastardi senza gloria sembra cinema d’altri tempi, nelle intenzioni del regista ha un’impostazione innovativa, nel fare delle vittime della Storia i vendicatori dei torti. Nel risultato finale, mi sembra cinema di qualità media. E forse, viste le passioni cinefile di Tarantino, questo per lui è anche un complimento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta