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Scènes de crimes

Regia di Frédéric Schoendoerffer vedi scheda film

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La recensione su Scènes de crimes

di joseba
8 stelle

Regione parigina, inizio inverno. Marie Bourgoin, una giovane donna, sparisce inspiegabilmente lasciando come unico indizio un dépliant turistico macchiato di sangue. Il comandante Georges Fabian e il capitano Jean-Louis Gomez della brigata criminale di Versailles sono incaricati dell'inchiesta. Alcuni giorni più tardi, a un centinaio di metri dall'autostrada, sono rinvenuti due corpi senza testa né mani: quelli di due autostoppisti. Fabian e Gomez realizzano che hanno a che fare con un assassino seriale. Perviene loro una lettera con una foto di Marie legata e la descrizione dettagliata del sequestro e delle successive sevizie. Grazie alle ricerche, i due poliziotti riescono a trovare il luogo del crimine, nei pressi del quale scoprono, gettate in uno stagno, sette teste mozzate. Nelle loro vite private Georges e Jean-Louis hanno dei problemi e quest'ultimo, appena lasciato dalla moglie, beve sempre di più... Lungometraggio d'esordio di Frédéric Schoendoerffer (futuro autore di "Agents secrets" e "Truands"), "Scènes de crimes" è un polar con forti inflessioni thriller. A Schoendoerffer, classe 1962, interessano soprattutto le modalità operative dell'inchiesta poliziesca, mostrando grande scrupolo e realismo nella resa cinematografica. Questo conferisce al film un'impronta quasi documentaristica, con frequenti descrizioni delle tecniche d'indagine. Non soltanto sono osservate da vicino le ricerche sul campo del team di poliziotti coinvolti nel caso, ma l'inchiesta è mostrata anche nei suoi aspetti scientifici più scabrosi, come mostra una dettagliata sequenza necroscopica in cui un cadavere viene minuziosamente ispezionato. Al versante tecnico-scientifico si affianca quello umano-privato. Il comandante Georges Fabian (Charles Berling) e soprattutto il capitano Jean-Louis Gomez (André Dussollier) hanno vite familiari che attraversano momenti delicati: la moglie del primo aspetta un bambino e avrebbe bisogno di una presenza più consistente del marito e quella del secondo ha invece deciso di mollarlo approfittando del trasferimento della figlia a Parigi per gli studi universitari. Evitando lungaggini e romanticherie, Schoendoerffer racconta la loro intimità senza risparmiare vizi (la bottiglia per Jean-Louis) o meschinità (le prostitute per Georges). Nella sua ostentata convenzionalità (gli omicidi a sfondo sessuale di giovani bionde, la coppia di poliziotti non integerrimi, i problemi domestici), "Scènes de crimes" squaderna atmosfere manniane (veicolate anche dal commento musicale di Bruno Coulais) e un dettato visivo grintoso (riprese aeree, dolly sontuosi e steadycam aggressiva), avvolgendo lo spettatore in una vera e propria immersione sensoriale. Ma se è suggerito un forte e chiaro parallelismo con "Manhunter" di Michael Mann (il comandante Fabian sembra identificarsi progressivamente con l'assassino che sta braccando), fortunatamente a far progredire le indagini non sono tanto gli aspetti psicologici quanto quelli tecnici: è grazie ad un medicinale per curare un cane che il serial killer viene pizzicato. L'ultima parte del film è senz'altro la più debole: le fasi conclusive della caccia all'uomo non sono più così rigorosamente necessitate (l'indizio finale, un collirio per le irritazioni da piscina, grida vendetta per la gratuità con cui viene trattato) e l'epilogo suicida è di un'improbabilità esemplare (tanto da far sospettare a un twist narrativo accomodante), ciononostante "Scènes de crimes" resta un apprezzabile polar dalle venature thriller che colpisce per verismo procedurale e precisione caratteriale. Ultime considerazioni sugli interpreti: se Berling di tanto in tanto indulge nella piacioneria, Dussolier fa a pezzi la propria immagine innocua e simpatica per dare vita a un monumentale flic a fine corsa. Brividi.

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