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Eden Lake

Regia di James Watkins vedi scheda film

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La recensione su Eden Lake

di alan smithee
6 stelle

locandina

Eden Lake (2008): locandina

Dopo tanti anni di innumerevoli variazioni sul tema, riuscire a dire ancora qualcosa di nuovo ed originale in un thriller in cui due protagonisti/vittime si devono giocare la partita piu' importante, quella della sopravvivenza contro un luogo ostile e soprattutto contro chi lo abita, e' davvero ormai pressoche' impossibile.

Accettato questo inesorabile e crudele dogma, va detto che il film procede spedito rispettando tutti i cliché del giallo a tinte horror, con un inizio incalzante, ma ancora ragionato e un veloce accumulo di situazioni che fanno degenerare la situazione fino alla follia devastante e senza rimedi della vendetta sanguinolenta e spietata.

Le vittime sono due bei ragazzi, una maestra d'asilo e il suo fidanzato, che decide di dichiararsi suo promesso portando la giovane a trascorrere in tenda un romantico week end (di paura...) sulle rive del paradisiaco lago del titolo.

Gli aguzzini sono dei giovani sbandati, un branco che li assale, dapprima per gioco, poi per rabbia, poi accecato dalla follia e dal rancore.

L'inseguimento si fa sadico in una foresta che impiega poco a trasformarsi da luogo piu' idilliaco a inferno di dolore, terrore e sofferenza.

Michael Fassbender inizia in quegli anni la sua ascesa divistica che oggi lo vede quasi al culmine dell'olimpo dello star-system hollywoodiano, ma soprattutto inizia ad affrontare uno dei suoi celebri ruoli "fisici" fatti di torture, carni lacerate e sofferenze che caratterizzaeranno sempre piu' la sua notevole  applaudita carriera attoriale.

La sua compagna e vera protagonista del gioco al massacro e' una Kelly Reilly dalla bellezza diafana e seducente di una nuova Monica Vitti, una figura delicata che riesce a sfoderare poco dopo la forza della disperazione e a rispondere con una violenza inaspettata all'orrore senza fine in cui viene trascinata.

Tacendo sugli illustri ben piu' fondamentali e noti capostipiti, spesso vere e proprie opere miliari di un cinema di genere che riesce a creare leggende, il film - teso e crudele - si fa apprezzare per una buona tenuta di ritmo e per la concisione del racconto che procede sicuro nei sentieri, gia' molto battuti, della ordinaria incontenibile follia del branco, della brutalita' animale che alberga in ognuno di noi nei momenti piu' difficili, dove sopravvivere e' l'unica cosa che conta.

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