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Bright Star

Regia di Jane Campion vedi scheda film

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La recensione su Bright Star

di sasso67
7 stelle

Come si può non amare John Keats, poeta romantico, autore di versi immortali, morto ad appena 25 anni? Keats fu assai diverso dal "collega" Byron, del quale non avrebbe potuto eguagliare l'attivismo, ma si può affermare che, nel suo classicismo vissuto in maniera pienamente moderna, condivise pienamente lo slancio vitalistico del Romanticismo e se non fu poeta guerriero ciò fu dovuto in parte all'indole e in parte anche a ragioni familiari e ad evidenti problemi di salute.

Il film di Jane Campion, tornata alle tematiche romantiche (non certo in senso deteriore: si pensi a Lezioni di piano) che l'hanno resa celebre, ci parla dell'ultimo amore del giovane poeta inglese, di quanto questo amore sia stato contrastato dalle convenzioni sociali dell'epoca (Keats era povero, mentre l'amata Fanny Brawne era di famiglia benestante), accompagnato dal dolore (oltre agli ostacoli per le differenze sociali ed alle gelosie degli amici, in quel periodo il poeta dovette sopportare anche il dolore per la morte del carissimo fratello Tom, appena diciannovenne) e infine stroncato dalla morte dello stesso Keats.

La regista neozelandese ricostruisce un Ottocento credibile, che pare uscito dai dipinti dei pittori dell'epoca e riesce a rendere plausibile anche il dramma di due giovani che la vita mette ben presto alle prese con difficoltà almeno parzialmente insormontabili. Il poeta muore lontano dagli occhi ma non dal cuore dell'innamorata - si vede il carico della bara in una spettrale Piazza di Spagna di Roma - ed anche nella convinzione di essere stato un uomo il cui nome fu scritto nell'acqua, ma risorge attraverso i propri versi. La Campion riesce bene a fornire l'idea di una temperie culturale e di un giovane che pur nella sofferenza fisica e morale sa trascendere il dolore, la malattia e perfino la morte con la forza della propria poesia.

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