Regia di Jane Campion vedi scheda film
Ho studiato Keats,ne ho amato la poesia e sono sempre rimasto affascinato dall'aura mitica che ha circondato questo poeta stroncato a soli 26 anni dalla tisi.Jane Campion lo ritrae come un giovane che sembra avanti ai suoi tempi,una mente di primissimo ordine al servizio dell'arte del cesello applicata alla parola.Il suo amore con Fanny Browne comincia quasi sottotono,all'inizio sembra di trovarsi di fronte a una delle tante(troppe) trasposizioni su pellicola del mondo di Jane Austen poi il registro cambia.La morte incombe sui due amanti e anche la separazione che è un pò come morire.Il melodramma irrompe ma è qualcosa di raffreddato,mediato dalle liriche di Keats che diventano un prezioso accompagnamento alle immagini.Il matrimonio tra il povero in canna John,poeta strapazzato in vita dalla critica quanto amato dalla stessa dopo la morte(destino che accomuna molti artisti), e la ricamatrice Fanny,neofita della letteratura e della poesia impegnata come era nel suo lavoro,non s'ha da fare.Troppa disparità economica,troppa ostilità da parte dei genitori di lei e dal miglior amico di lui,quel Charles Brown che manifesta evidente antipatia,ricambiata,per quella ricamatrice che sembra volergli portare via John.Anche le condizioni di salute di John(e la morte per tisi del fratello minore) si frappongono tra i due amanti.Il loro amore infelice corre sui versi di Keats mentre la Campion che ritorna alla ricostruzione d'epoca si preoccupa di creare un'atmosfera funerea che avvolge John e Fanny.Altra peculiarità di questo film nella carriera della regista neozelandese è che al centro di tutto c'è la figura di John,il polo magnetico su cui convergono tutti i personaggi.La Campion,regista e indagatrice di sentimenti soprattutto femminili per la prima volta non pone il personaggio femminile al centro della scena.Anzi la Fanny che ci descrive all'inizio è una ragazza greve,interessata più al ricamo dei suoi abiti che all'arte,un personaggio quasi sgradevole se rapportata all'eterea descrizione che si fa del poeta.La loro storia d'amore non è una di quelle larger than life,una di quelle storie che arrivano a strapparti il cuore dal petto.Bright Star è esempio di cinema freddo ma elegante che cerca di affrancarsi dalla serialità perniciosa dei drammi sentimentali in costume(in cui una cospicua parte è rappresentata dalla riduzione delle opere di Jane Austen) ma il tentativo è solo in parte riuscito.La prima parte del film è infatti è più convenzionale col solito florilegio di chiacchiere in libertà,nella seconda parte la Campion ambiziosamente cerca di fondere cinema e poesia avvalendosi dell'opera immortale di Keats.Tentativo encomiabile ma che può dirsi riuscito solo in parte.Il problema è che le opere di Keats hanno enorme valore letterario se lette in lingua originale :qualsiasi traduzione le mortifica,fa perdere quasi del tutto il loro fascino.Ed è un problema non da poco.Bright Star cerca di ritornare ai fasti di Ritratto di Signora ma non ne possiede la profondità e l'originalità di un personaggio che vuole assolutamente liberarsi dalle pastoie che altri hanno preparato per lei.(De)merito anche di due protagonisti non propriamente memorabili.
la sua regia vola alta soprattutto nella seconda parte del film
non propriamente memorabile
anche lei non mi ha entusiasmato
il migliore del cast
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta