Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Documentario su Carlo Gesualdo, compositore e assassino vissuto tra la fine del sedicesimo e l’inizio del diciassettesimo secolo.
Carlo Gesualdo è una figura piuttosto bizzarra all’interno della musica lirica, che pure di personaggi particolari e irregolari ne vanta parecchi; vissuto a cavallo tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo, di nobile famiglia e ricchissimo, Carlo Gesualdo visse sostanzialmente facendo ciò che gli pareva, incluso in questo anche uccidere la moglie, l’amante di lei e l’incolpevole figlioletto avuto dalla donna; per stemperare il nervoso dopo quella carneficina, vuole la leggenda, il nostro eroe scese a valle a disboscò una intera foresta da solo, impiegando qualche mese nell’opera. Tra un diletto e l’altro, comunque, Carlo Gesualdo fu soprattutto un compositore di madrigali e musica sacra; in questo documentario Werner Herzog, regista da sempre attratto da situazioni e personaggi eccezionali, va a studiare da vicino Carlo Gesualdo recandosi nei luoghi della sua vita, nell’avellinese. Ciò che colpisce di questo Morte per cinque voci è che, rispetto alla media dei lavori di Herzog, c’è un tono più scanzonato e sopra le righe, che ben si intona d’altronde alla macchiettistica ambientazione italiana; le interviste a studiosi e musicisti sono intervallate poi da gustose scenette comiche. Nella parte della rediviva Maria D’avalos (moglie e vittima di Carlo Gesualdo) compare brevemente Milva. 6/10.
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