Regia di Richard Brooks vedi scheda film
Con questa trasposizione cinematografica Richard Brooks “grazia” il romanzo di partenza, rendendo scorrevole una storia che nel libro era inutilmente ingarbugliata e toglieva al lettore ogni possibilità di godersi lo scorrere degli eventi.
Penso di potere affermare che riproporre il plot da un punto di vista lineare – e non frammentato come da romanzo – fosse forse l’unica possibile soluzione per una riduzione cinematografica.
Dotare poi i personaggi nella pellicola di quell’inarrivabile introspettività che è marchio di fabbrica di tutta la bibliografia di Conrad è forse impossibile, ma il regista riesce comunque a fare un ottimo lavoro sul protagonista, e la performance di Peter O’Toole non può che sublimare questo sforzo.
Al di là dei pregi appena menzionati, del cast di contorno da applausi (Eli Wallach e James Mason su tutti) e della realizzazione eccellente, penso che il film non riesca comunque a scrollarsi di dosso la dicotomia di “mattone”. Questo a causa di una durata che, nonostante sia necessaria in rapporto alla portata di quanto narrato, arriva a pesare davvero troppo. Ciò per colpa di un ritmo altalenante, il quale non giova a una trama in parte refrattaria a un coinvolgimento vero e proprio (ma qui la “colpa” va al testo di partenza), e dà così corpo a un film mai veramente emozionante.
In molti punti poi la fotografia eccessivamente cupa e scura rende ostica la visione.
In definitiva, un’opera non del tutto riuscita, soprattutto a causa di una regia troppo didattica, nonostante diligente, sapiente, colta e a tratti elegante.
Consigliato in particolar modo (o quasi esclusivamente) a chi ha letto il romanzo omonimo.
Ma coloro che cercano l’avventura più pura, quella vera, spettacolare, emozionante e appassionante, si rivolgano altrove.
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