Regia di Roy Ward Baker vedi scheda film
Tolte le invadenti quanto sfiancanti musiche di Douglas Gamley, il film procede con una carica allucinatoria e febbrile, stemperato da alcuni tocchi di posticcia psicoanalisi ma con argute intuizioni visive. Barker lavora di atmosfere, divinizza il genere e i suoi topoi ricavando dall’intero cast interpretazioni seducenti e materiche. Impetuoso il senso di smarrimento nel finale.
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