Regia di Adolfo Arrieta vedi scheda film
Un collage di pigro intellettualismo metropolitano, con effetti ottici da videoinstallazione, atmosfere da "café des artistes" profanate da cellulari e techno-music, discorsi volatili come l'etere e sguardi vuoti come un tubo catodico. Il tratto più caratteristico è un'espressività filtrata fino alla reticenza, che sembra in cerca del modo più elegante di "non dire". Buono, ma solo per un festival del settore. Un 'opera destinata esclusivamente ai circuiti specialistici.
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