Regia di Michael Crichton vedi scheda film
Techno-thriller preveggente, glamourous e con spunti interessanti che non gli consentono, comunque, di raggiungere la sufficienza. Buchi di sceneggiatura a parte (clamoroso quello concernente per l'appunto il mancato chiarimento della reale motivazione che portava a compiere gli omicidi), l'imperizia di Crichton riduce a mero intrattenimento televisivo - "tremendo" il look da videoclip anni '80 - una storia che con i giusti accorgimenti avrebbe intrigato decisamente di più. Illuminanti, di contro, le intuizioni sul potere e i pericoli di condizionamento della TV e sul plausibile impiego della realtà virtuale, divertenti gli spot pubblicitari e non disprezzabile l'aura di mistero che ammanta l'apertura. Ma quando la curiosità svanisce (ben presto) quel che resta è solo materia per nostalgici di quel decennio e voyeurs inguaribili.
I fan della serie "L.A. Law" avranno il piacere di contemplarla come mamma l'ha fatta. Non male, esteticamente parlando, la sua "scannerizzazione".
Corbezzoli, certo che in quel periodo si è buttato via in un sacco di filmacci...
Per uno che ha studiato alla Royal Academy of Dramatic Art e possiede un curriculum di tutto rispetto, questa parte dà di che pensare. Che si sia fatto irretire dalle fascinose presenze che circolavano sul set?
La regia non è un ruolo che gli compete.
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