Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Pollice e indice a squadra per racchiudere e riscattare in un unico gesto/fotogramma tutta una prima parte di carriera votata al grilletto facile e alla spettacolarizzazione della violenza. Eastwood, volto più che mai scavato dalle rughe dell'età e della saggezza, è un grande vecchio che sa leggere l'uomo e la realtà in cui è calato (e che si è plasmato). Mondo difficile, mutevole, che evolve, globalizza, inasprisce, a partire da sotto casa. Gran Torino è lo specchio di un presente che necessita di numi tutelari per una soluzione che passa ancora una volta, purtroppo, attraverso il sacrificio. Film assolutamente didattico, perfettamente in bilico tra dramma cronaca e sorriso complicità. L'elaborazione del dolore, il peso della colpa, la morte causata e subita, la fede, la pacifica convivenza e le tensioni razziali, il disagio giovanile, la famiglia, tutto confluisce in modo naturale a costituire un continuo ripensarsi e ripensare a ciò che ci sta attorno, quotidianamente. Scandaglio dell'anima, il regista americano firma un film semplicemente magistrale. Canzone omonima inclusa, a dimostrazione che la miglior arte nasce dalle personalità più sensibili e sfaccettate.
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