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Gran Torino

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gran Torino

di hallorann
8 stelle

GRAN TORINO
“L’ispettore Callaghan”, “Gunny” e “Il texano dagli occhi di ghiaccio” sono tornati…nelle vesti di Walt Kowalski.
 Clint Eastwood regista ha riaggiornato quei vecchi personaggi in GRAN TORINO, interpretando al meglio la figura di un pensionato, fresco vedovo, solitario, cocciuto, razzista, sarcastico ma in fondo umano.
Qualcuno ha detto: “Se tutti i reazionari fossero di “destra” come Clint Eastwood il mondo sarebbe un posto migliore”. Ben detto. Egli con GRAN TORINO ha fatto di nuovo centro. Non bellissimo come MYSTIC RIVER, MILLION DOLLAR BABY e LETTERE DA IWO JIMA ma un ottimo film di sicuro. Rivaluta e riapplica ai giorni nostri certi personaggi del passato, il giustiziere moralista che difende i più deboli (vedi anche GLI SPIETATI). Affronta con rispetto e attenzione temi nuovi (per il suo cinema) quali l’integrazione e il razzismo (confrontandosi con la comunità Hmong in questo caso). Vecchi temi già svolti precedentemente come la famiglia e i rapporti padre-figlio (con quelli naturali e quello ideale), dilemmi etico-religiosi come colpa (il soldato coreano sulla coscienza che gli è valsa una inutile medaglia al valore), peccato, sacrificio e redenzione. Da notare la bandiera americana che campeggia sul cortile di casa del protagonista, fortemente simbolica.
 La dimensione filmica di Eastwood è memore delle lezioni acquisite dai maestri Don Siegel e Sergio Leone, in particolare il rigore e l’ironia. Il pre-finale ha l’andamento di un western ma i tempi sono cambiati, il finale autoironico e giusto si chiude sulla voce dello stesso Clint che canta la canzone del titolo.

Sulla trama

Walt detesta i figli boriosi e i nipoti volgari. Vive in un quartiere invaso di asiatici, che disprezza, lui è un reduce della guerra di Corea. Trascorre le giornate a lucidare la sua Ford Gran Torino del ’72 e a bere birra in veranda. I suoi vicini di casa, appartengono alla comunità Hmong del sud-est asiatico, una famiglia composta in particolare dai giovanissimi Sue e Thao. Quest’ultimo, sebbene appaia timido e introverso per diventare uomo agli occhi di una banda di teppistelli, tenta di rubare la prestigiosa auto. Un giorno i giovinastri tentano di portar via con la forza Thao, ne scoppia una rissa che costringe Walt a intervenire imbracciando un fucile. La riconoscenza Hmong spiazza il burbero Walt. Nasce un rapporto d’amicizia in cui l’anziano pensionato si prende cura di Tha(rd)o (così chiamato da lui), allontanandolo soprattutto dalle cattive tentazioni del quartiere. Kowalski scopre di essere gravemente malato ma non se ne preoccupa, quando la violenza e i soprusi ai due fratelli diventeranno insopportabili compirà un gesto estremo.

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