Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Con questo film il vecchio Clint chiude il cerchio aperto come l'antieroe leoniano per eccellenza che riusciva a fregare tutto e tutti, e diventa un eroe sacrificando la vita per salvare quella degli altri. Walt Kowalski non ha bisogno di sparare nemmeno un colpo, non ha bisogno di nessuno attorno dopo la morte della moglie, anche i suoi vicini di casa gli ricordano terribilmente i coreani nella guerra combattuta negli anni cinquanta. L'america del vecchio clint è quella operaia che costruiva le auto, che andava in guerra convinta di avere ragione e che aveva come vicini di casa i colleghi operai.
Dopo la morte della moglie , il nostro è quasi costretto ad affrontare il mondo esterno, i figli non fanno più gli operai , sono commercianti, hanno macchine giapponesi ( che lui odia ), e i nipoti non hanno rispetto nemmeno per la morte della nonna. I suoi vicini non sono più yankee, ma vengono da quei paesi che hanno appoggiato gli americani nel Vietnam, e che dopo la sconfitta sono arrivati negli usa. L'incontro tra il vecchio clint e il melting pot americano all'inizio è uno scontro, nel senso che il disprezzo è reciproco. Il tentativo fallito da parte di uno di loro di rubare la gran torino , diventa il motore per costruire la conoscenza tra i vicini. Walt in maniera graduale , ma continua conosce i riti, le usanze e si affezziona a Thao ( il ladro maldestro) lo aiuta ad affrontare la vita. Si è sempre detto che il buon Clint è l'ultimo dei registi classici, qui il referente sembra essere John Ford nella sua sigenza di costruire delle microcomunità e difenderle, senza però dimenticare la possibilità di incrociare la diversità e uscirne arricchito. Walt Kowalski è insomma un Callaghan più saggio, nel senso che non vede la violenza come unico mezzo per risolvere le questioni umane, un soldato che ha capito le ragioni del nemico , che non deve rispettare ordini di guerra, ma che può pensare prima ( o invece ) di sparare. Non credo poi che si possa parlare di film razzista, l'unico razzismo del film è quello di kowalski verso figli e nipoti , giustificato dal fatto che lo trattano come un rincoglionito di quasi ottantanni, e lui non può che reagire alla sua maniera, cacciando fuori tutti tranne il cane e la macchina. In definitiva se questo è il congedo come attore per Eastwood, non poteva essere migliore per lui uomo dai valori solidi lasciare ai posteri questo messagio di conoscenza e accettazione della diversità, andare al di la del nostro portico e del nostro giardino e affrontare la vita.
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