Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Come fa il diciottenne Jamal (Patel), che ha sempre vissuto nella baraccopoli di Bombay, a conoscere le risposte a tutte quelle domande, al punto da vincere una montagna di rupie? Se lo chiede un funzionario di polizia la sera in cui Jamal andrà a giocarsi al quiz televisivo la cifra più alta che la televisione di stato indiana abbia mai elargito. Le risposte di Jamal non vengono dai libri, ma da una terribile esperienza di vita.
Se i Millions non avevano portato fortuna in patria a Danny Boyle, con The millionaire l'estroso regista britannico si rifà del flop del film diretto 3 anni prima con tanto di interessi. Il film è un omaggio fin tropo esplicito a Bollywood, giocato com'è sul racconto epico, la storia d'amore raccontata come una favola e persino l'immancabile balletto, fortunatamente relegato ai titoli di coda (ma dietro la macchina da presa si alterna anche un regista del posto, Loveleen Tandan). Di primo acchito si potrebbe pensare che il film sia piuttosto corrivo. Boyle invece lo innerva invece di trovate originali, lo costruisce con uno schema che ricorda quello de I soliti sospetti e colloca al centro del racconto una figura a metà strada tra un Candide volteriano e il Forrest Gump di Zemeckis. Le rimanenti magie sono affidate al talento visionario di Boyle: inquadrature sghembe, effetto stroboscopico, montaggio da perfetto story-board e uso del fish-eye: tutto a servizio di una struttura narrativa palpitante che non rinuncia alle esagerazioni tipiche del regista di Transpotting.
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