Regia di Danny Boyle vedi scheda film
VOTO : 6,5.
La vita stessa è la scuola da cui ciascuno di noi può attingere di più, soprattutto se le difficoltà sono all’ordine del giorno fin dal principio.
Questo è uno dei tanti sottotesti di un film bello, ma che ha comunque ottenuto riscontri ben superiori alle sue qualità reali (ok bello, ma otto Oscar mi sembrano davvero tanti).
La sceneggiatura è senza dubbio la cosa migliore; la storia si snoda su tre spazi temporali distinti.
Il presente, dove il campione è sotto torchio (potrà mai un poveraccio aver vinto un gioco impossibile dove neanche i geni ce la fanno?), il passato recente con il gioco a quiz (il conduttore fa il suo gioco sfottendo) ed il passato, a cui è destinato lo spazio maggiore, nel quale il protagonista rivive ad ogni domanda la sua terribile vita e le sue esperienze.
Quando il ricordo è doloroso e complicato, allora rimane più vivo; in questo il film si getta uno sguardo sulla vita in una società cosmopolita dove il momento più difficile arriva fin da subito e la maturità fisica è il conseguimento della propria vittoria su tutto e tutti (l’incontrario di quanto avviene nella società che viviamo noi occidentali).
Ma Boyle, che riesce comunque a creare un affresco davvero penetrante ed in grado di intaccare le corde più profonde del sentimentalismo (ed il dubbio che sia furbo non può essere sottostimato, per quanto lo consideri un regista fondamentalmente onesto), ogni tanto calca un po’ la mano (non ho capito la necessità di così tante immagini riprese in obliquo, ci può stare un paio di volte, ma qui esagera).
Peccato perché la storia è visivamente ammaliante, piena di vitalità (e l’India offre uno scenario difficilmente pareggiabile a livello di percezioni sensoriali), ma serviva essere meno “spettacolari” per meritarsi così tanta stima.
In più anche la sottotrama romantica, quando sfocia completamente, non lascia una grande traccia.
Per chiudere il finale è troppo prevedibile e “facile”, ma ovviamente soddisfa i desiderate del pubblico.
Insomma il film è quasi buono, tra le tre e quattro stelle (con il dubbio latente sull’onestà intellettuale), ma, quasi per fare da contraltare ad un successo incredibile, opto per le tre, senza grossi rimpianti.
VOTO : 6,5.
Regia intelligente e forse un pò furba (senza dubbio regla il finale che la gente vuole), bravo acreare un pastiche sul mndo indiano, un pò eccessivo stilisticamente.
VOTO : 6++.
Soddisfacente.
VOTO : 6,5.
Molto bella, abbastanza naturale, nel variegato cast mi sembra l'unica che possa ambire a sfondare.
VOTO : 6.
Sufficiente.
VOTO : 6.
Sufficiente.
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