Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Lo sguardo barocco, allucinato, sbilenco, espressionista, violento dell'eccentrico Boyle sulle contraddizioni dell'India odierna, Paese emergente nell'era della globalizzazione. Il regista inglese riesce ad evitare sia i didascalismi sia l'oleografia, anche se la parte finale non si sottrae alle regole del blockbuster edificante. Discutibile anche la caratterizzazione sommaria dei "cattivi" (il boss della mala, gli sbirri, il conduttore televisivo) e della donna. Quello che potrebbe sembrare una resa del Terzo Mondo al mito del successo individuale (di origine statunitense) è in realtà un'omaggio al candore dei puri di cuore, non ancora corrotti dalle lusinghe del denaro facile: il protagonista partecipa al quiz non per denaro, ma per amore, sfruttando la visibilità che possono offrire i mass media per riconquistare la sua bella. C'è una scena che mi ha commosso: il fratello colpito a morte nella vasca piena di quattrini, metafora di una ricchezza di cui non potrà mai godere.
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