Regia di Danny Boyle vedi scheda film
In queste ultime settimane che ci traghettano verso il Natale, nelle sale stanno uscendo a raffica decine e decine di nuovi titoli, decisamente troppi tutti assieme. Uno strano destino vuole che la scorsa settimana è uscita una dozzina di film uno più scarso dell'altro, mentre, al contrario, in questo week end è arrivato nelle sale un cospicuo numero di pellicole fra cui diverse gemme, ma purtroppo tutte assieme, per cui il cinefilo interessato dovrà suo malgrado fare delle scelte. Io stesso a malincuore ho dovuto rinunciare ad un paio di film e che credo perderò definitivamente, dato che i gestori, a ridosso del Natale, smonteranno qualsiasi cosa abbiano in proiezione per "sparare" le loro "cartucce" natalizie che poi resteranno in programmazione, come di consueto, fino all'Epifanìa. Insomma: o troppo o niente, bisognerà farsene una ragione. Non c'è dubbio che questo "The millionaire" è uno dei film più attesi della stagione, sulla scìa di una di una serie interminabile di premi, attestati e riconoscimenti che hanno gratificato quel regista super eclettico e talentosissimo che è Danny Boyle. Davvero Boyle è incredibile. Ogni volta fa un film assolutamente diverso dai precedenti ed ogni volta lo fa dannatamente bene. Si tratta di un film sul quale ci sarebbero montagne di cose da dire e molteplici sono gli spunti di riflessione che ci propone. Cominciamo dalla percezione che ne ho avuto di un'opera che coniuga la qualità del messaggio (cioè il rigore e l'impegno) con una forma popolare e spettacolare che probabilmente riempirà le sale di gente comune e non ne limiterà affatto la visione ad un pubblico cinefilo. Mi viene da sorridere se penso che Boyle non era mai stato prima in India e dunque per lui realizzare questo film è stato cimentarsi in un'impresa appassionante ma completamente nuova, tanto che d'ora in poi, per chi avrà visto il film, sarà difficile pensare all'India senza collegarla ai ricordi di questa magnifica pellicola. Dunque Boyle ci porta a visitare un'India coloratissima, dove siamo testimoni di violente contraddizioni, a cavallo fra tradizioni arcaiche e bagliori allucinanti di discutibile modernità. Di fronte, soprattutto nella prima parte, ad un susseguirsi vorticoso di immagini si resta sbigottiti e si percepisce un assalto di colori, suoni e profumi antichi che ti rapisce il cuore e gli occhi senza lasciarti tregua. Magistrale Boyle nel fissare sulla pellicola il suo progressivo disvelamento di un Paese incredibile che non conosceva ma di cui è riuscito ad afferrare l'essenza e le esplosive contraddizioni: servendosi di un montaggio adeguato e di bravissimi attori, ci ha mostrato l'anima ferita di un continente che pochi di noi conoscevano o che comunque mai avevano visto così da vicino. Una fiaba romantica raccontata con l'incedere di un thriller con qualche risvolto da melodramma, una struggente favola d'Amore, Dolore e Riscatto che ti prende al cuore prima che al cervello. E non si può fare a meno di segnalare che lo sfondo della vicenda è la città straniera più tristemente presente in questi giorni sulle prime pagine dei giornali, quella Mumbai colpita da recentissimi e drammatici attentati terroristici. Altra cosa singolare è che il regista per mostrarci le ossa rotte di una Nazione prenda le mosse dal telequiz globale più popolare di tutte le televisioni del mondo: "Chi vuol esser milionario", il cui format condiviso lo rende identico in ogni parte dell'universo, evidentemente preso come simbolo di una (discutibile) cultura popolare globale. La trama è semplice ma ciò che conta è tutto quello che essa implica, cioè tutte le esperienze di vita che hanno portato il nostro protagonista Jamal ad essere quello che è: un giovane che -pur preservando la propria purezza di sguardo- ha raccolto su di sè tutte le sventure del mondo, ma che ora sta cercando (scontrandosi con numerosi ostacoli) un proprio orgoglioso riscatto. Dunque Jamal è un umile "ragazzo del tè" il cui destino è stato segnato da svariate esperienze, tutte dolorose e drammatiche, e che ora sta partecipando ad un quiz televisivo dove lui sta "sbancando" la cassa, superando una domanda dopo l'altra. Ma c'è un problema. Il conduttore del quiz -personaggio inquietante in quanto estremamente ambiguo nei suoi atteggiamenti- pare lanciargli una estenuante continua sfida e, quando sembra non riuscire più ad arginare la scalata al successo da parte del giovane Jamal, ecco che gli combina l'estrema carognata: lo fa sequestrare dalla polizia con l'infamante sospetto di essere un truffatore. Vorrei fermarmi qui (ed è solo l'inizio del film!) perchè a livello di sceneggiatura la vicenda è raccontata in modo talmente avvincente che non vorrei rovinarla con parole inadeguate. Ecco, sarebbe bello che per molti questo fosse il "film di Natale", sperando che le sale ne mantengano la programmazione fino ad allora: è il film adatto, proprio per quel respiro popolare che lo attraversa con dolore ma anche con gioia. E infatti penso alla sequenza finale, che consiste in un irresistibile ballo di gruppo che si sposa perfettamente con quel clima da festa popolare che -chi più chi meno- tocca un pò tutti noi sul finire dell'anno. Quanto poi al telequiz, le cui domande e risposte scandiscono l'evolversi della vicenda, è chiaro che esso rappresenta, sia per i partecipanti che per i telespettatori, un'occasione unica di speranza e di riscatto per chi dalla vita non ha avuto quasi niente; ed è anche questo uno spunto sociale di riflessione proposto dal film. A questo punto lancio una sfida a chiunque sostenga (non mancheranno!) che questo è solo un film "furbo": chi la pensa così dovrà vedersela col sottoscritto. Sto scherzando. Ma in ogni caso vorrei far notare ad eventuali detrattori "scettici", che trattasi di cinema senza ambizioni intellettuali, non è "cinema per pochi", è intrattenimento popolare...e allora in questa ottica ci sta anche (per dire) che oggetto della passione di Jamal sia una splendida (ma davvero eh!) ragazza di umili origini ma bellissima come una vera principessa indiana. Al di là del mio evidente entusiasmo per il film, mi è rimasto insinuato però un dubbio:...ma davvero in India un concorrente di un quiz sospettato di truffa può essere malmenato dalla polizia oppure è solo una "licenza narrativa"??
Voto: 10
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