Regia di Kinji Fukasaku vedi scheda film
Grande immersione di Fukasaku nella disperazione della guerra, vista dall'esperienza non meno travagliata di una vedova alla ricerca di testimonianze sulla morte del marito nella Seconda Guerra Mondiale: ricerca piena di dubbi e di contraddizioni, dato che ogni soldato sopravvissuto dà un resoconto diverso sugli avvenimenti, non si sa nemmeno se si sta parlando della stessa persona, testimoniaze che servono da frammenti di un puzzle ma che hanno un margine sbiadito di attendibilità, dominate dai traumi subiti da ogni superstite. L'influenza di Rashomon è evidente ma è anche rimodellata in modo avvincente e proficuo. Davvero pertinente e accorto l'uso del colore e del bianco e nero alternati, nonché del fermo immagine, del ralenti e delle fotografie, con effetti talvolta ispirati all'immagine fumettistica o al documentario. Bella interpretazione della protagonista Sachiko Hidari e bellissima la sequenza del riso per l'ultimo pasto e della esecuzione dei condannati sulla spiaggia. E guarda caso c'è Kaneto Shindo alla sceneggiatura. 8
Sporadica ma puntuale, di Hikaru Hayashi.
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