Regia di Marc Abraham vedi scheda film
Come dice il professore Robert Kearns ai suoi studenti di ingegneria, durante una lezione ad inizio film citando le menti che hanno fatto un’invenzione come la valvola cardiaca, in grado di salvare ogni anno migliaia di vite, o un’altra come le camere a gas che al contrario uccisero milioni di individui, è l’etica l’elemento portante che contraddistingue le persone.
Bene questo film meriterebbe di essere visto già solo perché il protagonista la mette come pregorativa fondamentale della sua vita (con anche una certa ottusità devo dire), mentre oggi sappiamo bene tutti come gira il mondo.
Ma poi c’è anche un film che risulta avvincente ed equilibrato, pur variando almeno due barra tre volte il registro senza perdere mai le coordinate sulle quali la storia si basa.
Così si passa dall’entusiasmo iniziale per aver fatto una scoperta ingegnieristica allo smarrimento (convincente la scena d’apertura che fa immaginare un’evoluzione parecchio diversa della trama) che soprassale nel vedere un castello di sogni crollare tra l’indifferenza anche di chi sembrava disposto a fare carte false per appoggiare il suo progetto.
La parte finale invece inscena il processo (meno rigido del solido, grazie a dialoghi brillanti), portato avanti dal protagonista nonostante le offerte economiche irrifiutabili da parte della Ford (anche 30 milioni di dollari quando il rischio di sconfitta era considerato possibile).
Il film in questione mette insieme diverse variabili; oltre a quelle portanti che contraddistinguono l’andamento principale, vengono ben curate anche le evoluzioni delle dinamiche familiari con il rapporto con la moglie, ormai passata in secondo piano per far spazio alla sete di giustizia, ma anche quello con i tanti figli che solo col tempo capiranno, come tutti gli spettatori, l’importanza di quella che può essere definita a tutti gli effetti una missione di vita per il conseguimento della verità.
Nel complesso è una pellicola convincente, costruita con buone attitudini in tutti i suoi risvolti, snello e compatto, con una storia ben raccontata senza momenti inutili, ma nemmeno situazioni sovraccaricate.
E poi Greg Kinnear è perfetto nella parte dell’uomo intelligente, ma medio nella vita, che decide di scalare una montagna senza piegarsi di fronte a nulla.
Sicuramente non un capolavoro, ma di film così solidi ce n’è sempre un gran bisogno, tanto più quando i temi sono ambientati indietro nel tempo ma ancora di stretta d’attualità (vedi la prepotenza dei colossi economici pronti a schiacciare tutto quanto trovano sulla strada che porta al profitto).
Ha il merito di gestire molto bene un racconto con diverse variazioni di registro. Sempre scorrevole, non un lavoro memorabile, ma oggi si sente comunque un gran bisogno anche di opere semplici, ma sincere e confezionate con cura come questa.
Molto bravo, una delle sue prove migliori. Si dimostra (conferma) decisamente eclettico, ma sempre valido in tutte le sfumature del suo personaggio, per la cronaca uno di quelli che regala da sempre soddisfazioni se si possiede un pò di talento e a lui questo non manca.
Ruolo secondario affrontato in maniera piuttosto convincente.
Graziosa e semplice in un ruolo medio che non permette tantissimo, ma lei è brava e fornisce il suo contributo.
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