Regia di Ago Panini vedi scheda film
Più che il sole, Ago Panini ha atteso il sospirato momento della distribuzione in sala (la pellicola era pronta da tempo...). Un film tutto in una notte, da qualche parte negli anni 80, in un hotel lungo un’autostrada nel quale si incrociano molteplici storie. Dai coatti che sfottono il portiere di notte Giuseppe Cederna a Raoul Bova che, spericolatissimo!, fa il verso alla Magnani dell’episodio rosselliniano La voce umana al solito film porno clandestino con epilogo d’”amore vero”. Premesso che nel cast figura quasi tutto il cinema italiano d’oggi, non resta che prendere atto della buona volontà del regista di tentare strade inconsuete (vengono in mente film dimenticati come Sconcerto rock e Lontano da dove) ma si resta al di sotto anche del minimo sindacale garantito in un Paese “a statuto cinematografico speciale” come il nostro sempre all’insegna dei distinguo e dell’”eccezione culturale”. Non si nega a Panini lo sforzo di voler produrre una visione, uno scarto, un urto; eppure non si può non notare che le varie vicende sono isolate tra loro come una raccolta di cortometraggi o un film a episodi, che tutto resta scritto sulla carta e che ogni artificio visivo non faccia altro che dichiararsi come tale. Davvero: il cinema italiano sta ancora aspettando il sole.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta