Regia di Maurizio Scaparro vedi scheda film
La Napoli vista sotto ogni aspetto attraverso occhi molteplici e spesso invadenti,cercata e raccontata milioni di volte anche se non-trovata non-posseduta,la Napoli delle facce tutte uguali e dei problemi sempre gli stessi,qui viene estrapolata dal suo 'habitat naturale',dalle radici che l'hanno resa prima fiorente poi moribonda,dalla gioia dei vicoli e dall'odore di caffè,per essere trasportata al di là delle alpi,in quella Parigi sporca e multirazziale,dove i problemi e le situazioni saranno pure simili,ma dove non si fa spazio ai sorrisi e il caffè sa di pneumatici.
E' vero,Napoli è una città di mondo e come tale la si può trovare dovunque,così come Pulcinella,personaggio frenetico e multietnico,malinconico nella sua felicità,che però non trova lodevole giustizia nella faccia (inter)nazional popolare di Massimo Ranieri,molto nazional e poco inter...
Non fraintendetemi,l'artista napoletano sarebbe anche giusto per il ruolo;ma al teatro San Carlo appunto,in uno sckecth della sua fortunata opera 'Canto perchè non so nuotare',da 500 e più repliche,che sono andato pure a vedere,tra l'altro.
Non ce lo vedo in un ruolo così impegnativo,in un film che avrà anche aspetti televisivi ma che punta in alto,riducendo però il mito a tre canzoncine (ine-ine solo per il contesto,eh!) e ad una verve politica che mira ad unire ma che appare spesso incapace di farlo,talvolta scontata se non fuori luogo.
Confusionario il racconto e povero di sviluppi l'approfondimento,il film arriva in fondo mettendo spesso palla in calcio d'angolo,rifugiandosi proprio nel momento di attaccare,optando per il pareggio anche sapendo che non lo qualificherà.
'Il pareggio non serve a un c....' cantano spesso gli Ultras,e qui si ha la stessa sensazione,s'avverte paura e Pulcinella rimane imbrigliato,obbligato a non svelare il volto,a far vincere ancora una volta la maschera.
Questo,ripeto,a prescindere da Ranieri che molti col passare degli anni (non so se a ragione o per tributarlo) continuano ad accostare ad Eduardo.
Non me la sento di giudicare,proprio per la stima che citavo prima e l'umiltà del soggetto in numerose interviste anche a questo proposito,ma credo di poter dire che assomigliare a qualcuno sia fare cose simili a lui,avvicinarsi da un punto di vista artistico,non imitarlo...
Se non ci limitiamo a soli elementi estetici o territoriali....
Fatta questa parentesi,il film delude non poco.
Mi resta il dubbio che sia una delusione di 'parte' e per questo aspetto altri commenti ....voto 4.5
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