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Si può fare

Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film

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La recensione su Si può fare

di steno79
7 stelle

Una buona commedia italiana sul tema dell'integrazione della diversità, rappresentata da una cooperativa di malati mentali guidata da Nello, sindacalista utopista e di gran cuore nella Milano da bere degli anni '80. Il tono prevalente è quello leggero, apparentemente scanzonato, ma la rappresentazione che ci viene offerta del disagio mentale è comunque credibile, nonostante qualche forzatura sul registro drammatico, come nella vicenda del "matto" Gigio che si innamora della "normale" Caterina (questo segmento narrativo del film non è del tutto credibile, poichè sembra essere messo apposta per spostare la trama su un registro patetico un pò scontato). Il regista Manfredonia si rivela un ottimo direttore di attori e sa dare il giusto spazio a ogni personaggio, in questo coadiuvato da una sceneggiatura ben strutturata del giovane Fabio Bonifacci che gioca abilmente sul registro corale. Tra i tanti personaggi quello che più mi ha colpito è Fabio, il "ragioniere" del gruppo interpretato dall'ottimo e inedito Pietro Ragusa, perfetto nel rendere le fisime e i tic a livello vocale e mimico-gestuale (come del resto tutti gli altri "matti"), ma anche Bisio se la cava abbastanza bene come Nello, affiancato da una Caprioli un pò incerta e da un solido Giorgio Colangeli. Dopo aver  segnalato positivamente la fattura tecnica (buona in particolare la scelta delle musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, con l'indovinato leitmotif de "L'isola che non c'è" di Bennato) e aver espresso qualche perplessità sullo scioglimento (forse ci sono troppi finali che si accavallano e si rincorrono, ma è un peccato veniale) non resta che complimentarsi con Manfredonia per il coraggio dimostrato nell'affrontare una tematica sempre difficile e scottante e per la buona padronanza stilistica con cui ci ha narrato questa storia ispirata ad accadimenti reali; l'impianto da favola utopistica è dichiarato un pò troppo esplicitamente e in qualche modo ne limita i risultati espressivi, ma resta uno sforzo produttivo da apprezzare per la sincerità e la dedizione degli autori e di tutto il cast.
voto 7/10

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