Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Hitchcock stesso lo definiva il suo film più brutto, anche se probabilmente esagerava: Tabarin di lusso è solo un'opera minore all'interno di una filmografia vasta e a livelli costantemente alti come quella del regista inglese, ma non è poi questo sfacelo. I suoi limiti sono tutti da ravvisare nella storia, scritta dal fido collaboratore Eliot Stannard da un soggetto di Walter Mycroft, che stupisce per la sua essenziale semplicità, a ridosso della banalità. Un personaggio costantemente al centro dell'azione e pochi altri che si muovono attorno, un'azione lineare e suddivisibile fondamentalmente in quattro nette sezioni: la fuga, il fallimento del padre, il tabarin, il lieto fine. Tutto molto schematico, quasi come se il film fosse una sorta di prodotto seriale, la parte finale di un sistema realizzativo cinematografico virato all'industriale (destinato a tutti gli effetti all'industria dell'intrattenimento). Hitchcock dichiarò anche che l'idea originale era quella di una storia che girasse attorno allo champagne (da cui il titolo originale), ma che la sceneggiatura finale fosse poi molto differente da ciò che in origine il regista si era prospettato (e in effetti lo champagne ha solo un ruolo sottinteso). Fotografia di un altro ottimo collaboratore di Hitchcock, cioè Jack Cox; montaggio del regista stesso, qualche gag comica a insaporire qua e là un racconto, come si è detto, di ben poca vivacità. 5/10.
Figlia di miliardario fugge in nave col suo amore, un ragazzo spiantato. Il padre la raggiunge per dichiararle la bancarotta: la ragazza è costretta a vendere fiori in un tabarin per sopravvivere. Ma il padre le rivela che era solo uno scherzo: potrà sposare lo spiantato e vivere con lui nel lusso di famiglia.
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